MA MOSCA APREA UN INCONTRO ZELENSKY- PUTIN

Quella di Alexey Miller, Ceo del gigante russo Gazprom è una chiara minaccia ai paesi dell’Unione europea che si preparano ad affrontare la più dura crisi energetica degli ultimi decenni.

Uno strumento di guerra per Mosca, al pari dei soldati e dei blindati impegnati in Ucraina, che colpisce l’anello debole dell’alleanza occidentale, i paesi dell’Ue: «Non vi è alcuna garanzia che l'Europa riesca a superare l'inverno con le scorte di gas attuali», ha detto ieri Miller. «Oggi abbiamo una logistica diversa, diverse fonti di approvvigionamento di gas per il mercato europeo. L'onere che ricadrà sugli impianti europei sarà probabilmente molto più alto rispetto agli anni precedenti».

Sull’argomento è intervenuto anche Vladimir Putin in conferenza stampa dal Cremlino, affermando che la Russia interromperà tutte le forniture ai paesi che applicano il price cup ( il meccanismo che stabilisce un tetto al prezzo del gas): «La Russia non fornirà risorse energetiche ai Paesi che ne limitano i prezzi, Il price cap sul petrolio russo ' minaccia il benessere di miliardi di persone. Siamo pronti a forniture energetiche aggiuntive all'Europa, anche per questo autunno- inverno, la palla è in mano all'Ue». L'aumento delle forniture, secondo Putin, potrebbe avvenire attraverso ' la parte rimasta intatta del gasdotto Nord Stream 2', il raddoppio del gasdotto omonimo bloccato peròdalla Germania dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Putin è tornato poi a condannare il sabotaggio del gasodotto Nord Stream, definendolo un «atto di terrorismo internazionale».

Ieri si è anche riunita la Nato che presto aumenterà gli all’Ucraina, specialmente per la difesa aerea.

Sul problematico fronte delle trattative con Kiev invece la Russia ieri ha concesso una piccola apertura tramite le parole di Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera di Putin che per la prima volta allude a un possibile incontro con Zelensky: «Tutti conoscono le dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky secondo cui non negozierà con Putin. A questo proposito, mi limiterò a ricordare la famosa frase “mai dire mai». Un approccio che non stupisce considerando che i russi hanno sempre giocato sul filo dell’ambiguità, alternando il bastone e la carota, dichiarazioni bellicose e spiragli di diplomazia.

Oggi, intanto ad Astana in Kazhakistan si terrà l’atteso incontro tra Putin e il presidente turco Erdogan, tra i principali mediatori internazionali da quando è iniziata la guerra.

A parlarne sempre Ushakov, il quale ha affermato di aspettarsi che il leader turco esponga formalmente «proposte su possibili negoziati tra Mosca e l'Occidente» .