PHOTO
IMAGOECONOMICA
È stata sconvocata la seduta congiunta delle Commissioni giustizia e Affari sociali del Senato, dove era attesa la legge sul fine vita, per l’illustrazione e l’incardinamento. Lo stop ai lavori su ddl, a quanto si apprende, sarebbe legato all’assenza del rappresentante del governo alla riunione.
«Sorprendente e inspiegabile che, a pochi minuti dall’inizio della seduta, siano state sconvocate le commissioni riunite per l’esame della legge sul fine vita - hanno commentato Alfredo Bazoli e Sandra Zampa, rispettivamente capogruppo Pd in commissione Giustizia e capogruppo Pd in commissione Affari sociali -. La motivazione, una improvvisa indisponibilità del governo, non è accettabile, perché si trattava di incardinare il provvedimento, di fare le relazioni introduttive e stabilire un calendario dei lavori, per il che bastava un sottosegretario privo di delega specifica. Ci auguriamo si tratti di un rinvio a brevissimo, perché non sarebbe accettabile un atteggiamento ostruzionistico da parte della maggioranza su un tema così importante sul quale il Parlamento è in grave ritardo».
Un ritardo che lo scorso 18 marzo era stato ribadito - come quasi ogni anno dopo la sentenza sul caso dj Fabo - dal presidente della Corte costituzionale, Augusto Antonio Barbera, che aveva aveva espresso rammarico per l’inerzia della politica. Un’inerzia che, di fatto, obbliga «questa Corte a procedere con una propria e autonoma soluzione, inevitabile in forza dell’imperativo di osservare la Costituzione». Da qui l’invito a dare seguito alla sentenza che aveva preso le mosse dalla questione di costituzionalità sollevata nel processo a Marco Cappato, che aveva accompagnato Fabiano Antoniani in Svizzera per poter morire.
In quella sentenza, la Consulta aveva stabilito che l’aiuto al suicidio non è punibile nei casi in cui l’aiuto riguarda una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale (quali, ad esempio, l’idratazione e l’alimentazione artificiale) e affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, ma che resta pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.