È una sentenza destinata a segnare un punto di svolta per i diritti delle famiglie omogenitoriali in Italia. Con la decisione n. 68 del 2025, la Corte Costituzionale ha stabilito che è illegittimo vietare alla madre intenzionale di riconoscere il figlio nato in Italia a seguito di procreazione medicalmente assistita (PMA) praticata all’estero.

Una pronuncia che, secondo l’avvocato Michele Giarratano, «è rivoluzionaria perché equipara le coppie eterosessuali a quelle omosessuali di donne», e che arriva a mettere nero su bianco ciò che le associazioni e le famiglie chiedevano da anni: il diritto dei bambini e delle bambine a essere riconosciuti fin dalla nascita da entrambe le madri. Giarratano difende le madri di Padova coinvolte nella vicenda giudiziaria seguita alla circolare del Viminale che imponeva la cancellazione del nome della madre intenzionale dagli atti di nascita. «La Corte stabilisce che è contro la Costituzione negare il riconoscimento alla madre intenzionale – spiega – e questo nell’interesse del minore».

Soddisfazione è stata espressa anche da Marilena Grassadonia, responsabile Libertà & Diritti di Sinistra Italiana, che ha parlato di una “giornata storica”. «Questa sentenza restituisce dignità e serenità alle tante famiglie arcobaleno che vivono nel nostro Paese – ha detto – e riconosce l’instancabile impegno dell’associazione Famiglie Arcobaleno e il lavoro straordinario di Rete Lenford».

Grassadonia ha poi sottolineato come il Parlamento sia rimasto “non all’altezza della situazione”, nonostante le continue sollecitazioni e le proposte di legge depositate. «Una sentenza che dà uno schiaffo a chi continua a fare propaganda sulla pelle dei bambini – ha concluso –. Lo diciamo da più di vent’anni: non faremo mai un passo indietro. Siamo dalla parte giusta della storia».