“Sono contentissimo”. Olindo Romano, condannato in via definitiva all'ergastolo con la moglie Rosa Bazzi per la strage di Erba, si è rivolto con queste parole a uno dei suoi legali che lo ha incontrato nel carcere di Opera all'indomani della riapertura del caso dell'11 dicembre 2006. 

Olindo Romano è “un po' spaesato”, riferisce l'avvocato e tutore Diego Soddu all'Adnkronos dicendosi ottimista rispetto all'udienza del primo marzo prossimo in cui presenzieranno sia Olindo che Rosa. “Ora vogliamo l'assoluzione, non ci fermiamo, andiamo dritti verso l'obbiettivo”, dice Soddu. Ieri era arrivata la decisione della Corte di appello di Brescia, che ha accolto e riunito le due istanze di revisione presentate dalla difesa e dal sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser e notificato un decreto di citazione dei coniugi. Nella prima udienza si discuterà di quali prove o nuove testimonianze ammettere.

Intanto la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni, che ha avviato un procedimento disciplinare a carico del suo sottoposto Tarfusser, condivide la decisione della Corte d'Appello di Brescia di effettuare ulteriori accertamenti sulla strage di Erba. “L'approfondimento è opportuno - spiega all'AGI - considerando la delicatezza del caso, il grande rilievo mediatico e visto che la difesa ha presentata un'ulteriore richiesta con altri elementi che si è aggiunta a quella di Tarfusser". Nanni sottopose Tarfusser a un procedimento disciplinare, sul quale si pronuncerà il Csm il prossimo 8 febbraio, perché il sostituto pg avrebbe “violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio” e non si sarebbe attenuto al “documento organizzativo dell'ufficio” che gli avrebbe imposto di avere il suo ok, in quanto capo, sulla richiesta di revisione.

Tarfusser è accusato anche di aver tenuto, senza alcuna delega da Nanni, contatti con i difensori di Olindo e Rosa, e di aver ricevuto da loro consulenze scientifiche sulle presunte nuove prove a favore dei coniugi, contenute nella proposta di revisione. Alla fine Nanni mandò comunque alla Corte d'Appello di Brescia l’istanza ma con parere negativo perché “inammissibile”.