«Quello che mi fa immenso piacere è aver consentito di scagionare e di scarcerare una persona che è rimasta in carcere per due anni senza aver commesso il reato. Ciò è stato possibile grazie a una meticolosa ricostruzione dei fatti». Sono le parole dell'avvocato di Palermo Filippo Gallina, che, col supporto della collega Rosalia Coniglio, è riuscito ad ottenere per il suo assistito un processo di revisione che si è tenuto a Caltanissetta.

I giudici nisseni, davanti a nuove prove inconfutabili, hanno revocato la sentenza di condanna disponendo l’immediata liberazione dell’uomo riconosciuto non colpevole e ordinando al contempo la trasmissione degli atti alla Procura affinché proceda nei confronti di un'altra persona, guarda caso proprio l'accusatore che anni prima aveva consentito l'arresto dell'incolpevole. Accusatore che adesso è finito sul banco degli imputati.

Alla fine la giustizia ha trionfato, ma ci sono voluti 13 anni nel corso dei quali una persona totalmente innocente è stata additata come estortore, vivendo addirittura gli ultimi due anni in una cella di un penitenziario, esperienza drammatica dal punto di vista psicologico per una persona non colpevole.

La vicenda risale al 2010 quando S. T., 55 anni originario di San Giovanni Gemini, paese in provincia di Agrigento, viene arrestato dai carabinieri mentre incassa una presunta tangente dalla sua vittima che allora aveva raccontato ai militari di essere minacciato dall'uomo. Passano gli anni e alla fine del terzo grado di giudizio, nel 2017 S. T. viene condannato dal Tribunale di Termini imerese a sei anni di carcere per estorsione. In aula allora ci furono momenti concitati.

Il colpevole gridò ripetute volte alla Corte di essere vittima di un raggiro ordito nei suoi confronti proprio dall'uomo che gli doveva restituire una somma di denaro. Dal momento dell'arresto sino al 2017 l'uomo aveva sempre spiegato di essere vittima del raggiro del suo presunto dentista al quale per cure che non avevano sortito effetti, aveva sborsato 13.800 euro che ad un certo punto aveva preteso gli fossero restituiti, pena la presentazione di una denuncia.

Allora, però, la presunta vittima (oggi il nuovo colpevole) lo aveva pregato di non presentare alcun esposto perché da lì a poco gli avrebbe restituito buona parte della somma. Ma il giorno della restituzione si era presentato con i carabinieri. Nel 2021 la sentenza di condanna è diventata irrevocabile e il 14 aprile S. T. è stato rinchiuso in carcere. Anche l’ultimo suo tentativo di evitare di finire in cella andò a vuoto perché in effetti la finta vittima chiamata più volte a testimoniare aveva dichiarato che mai e poi mai aveva esercitato la professione di dentista, perché al contrario di mestiere faceva il geometra. Ed era stato riconosciuto in buona fede.

S.T. per cercare una via di uscita aveva anche indicato l’indirizzo dello studio dentistico del suo accusatore, che si trovava a Palermo, ma i carabinieri una volta giunti sul luogo non avevano trovato tracce del centro. La vittima in carcere non si è però persa d’animo e ha deciso di affidarsi a una nuova coppia di avvocati e la vicenda in poco tempo è cambiata radicalmente. “Ci siamo accorti – dichiara l’avv. Coniglio - che Il caso era davvero lacunoso, con evidenti errori da parte di tutti, anche in fase di indagini”. Nel corso della ricostruzione dell’episodio i due legali hanno scoperto che addirittura l’accusatore del loro cliente era stato condannato dal Tribunale di Palermo per avere abusivamente esercitato la professione di dentista con studio proprio nello stesso indirizzo indicato dall’uomo finito in carcere. Allo stesso tempo attraverso due relazioni mediche era stato appurato che proprio in quel periodo S. T. soffriva di gravi patologie al cavo orale. A quel punto i legali chiedono e ottengono il nuovo processo nel corso del quale l’accusatore cade in ripetute contraddizioni. È la prova inconfutabile del clamoroso errore giudiziario.