Emanuele De Maria, il 35enne detenuto per l'omicidio della 23enne tunisina Oumaima Rache nel 2016, si è suicidato domenica, gettandosi dalle terrazze del Duomo di Milano. L'uomo, che era in permesso di lavoro all'esterno del carcere di Bollate, era ricercato per l'accoltellamento di un 51enne avvenuto sabato all'alba fuori dall'Hotel Berna di Milano, dove entrambi lavoravano.

Inoltre, De Maria è sospettato di aver ucciso anche un'altra dipendente dell'albergo, il cui corpo è stato ritrovato domenica nel Parco Nord di Milano.

Il permesso di lavoro: una valutazione positiva in carcere

L'avvocato di De Maria, Daniele Tropea, ha difeso la decisione di concedere al suo assistito il permesso di lavorare all'esterno del carcere, sottolineando che l'uomo aveva dimostrato un buon comportamento e aveva seguito un percorso riabilitativo apprezzato dall'area educativa del carcere e dal magistrato di sorveglianza di Milano.

Tropea ha dichiarato che non si sarebbe mai aspettato che De Maria trasgredisse le regole e che la sua condotta in carcere fosse stata sempre corretta. Ora il permesso di lavoro del tribunale di Milano è al vaglio del ministro della Giustizia, Carlo Nordio.