L’ATTORE FRANCESE AVEVA QUASI 92 ANNI

Difficile trovare un attore più lontano dal divismo di lui, schivo fino alla rarefazione della sua immagine.

Nei suoi quasi settant’anni di carriera Jean- Louis Trintignant si è spesso eclissato, coltivando l’arte preziosa della sparizione, via dalla pazza folla, dissimulandosi nel buon ritiro della sua casa di campagna nel Gard nel sud della Francia in compagnia della sposa, l’ex pilota di auto da corsa Marianne Hoepfner, assediato da una timidezza quasi patologica di cui non è mai riuscito a liberarsi, ammesso che abbia mai voluto farlo.

Quel mondo sovraesposto fatto di luci e passerelle, di ambizioni smodate e pulsioni narcisistiche, di interviste e premiazioni, non sembrava fatto per lui eppure c’è stato dentro con tutta l’anima, rimanendo semplicemente se stesso e conquistandoci tutti.

I francesi, ma anche gli italiani con cui ha lavorato a lungo e tutti gli appassionati di cinema erano innamorati della sua sobrietà, del carisma silenzioso, della intensa delicatezza con cui interpretava i suoi personaggi. Anche se lui, insicuro e ombroso, non era affatto convinto di piacere , anzi: «Sono stato a lungo un pessimo attore, recitavo a istinto, a simpatia e avevo la netta sensazione che il pubblico mi detestasse, forse perché avevo una voce un po’ triste e un po’ monotona», confessò una volta a Le Monde. Come è accaduto a un altro grande attore francese e suo grande amico Michel Piccoli, Trintignant ha guadagnato carattere e spessore artistico invecchiando, dai primi ruoli in cui recitava il ragazzo fragile con la faccia pulita e in cui giocava sulle sfumature e i registri della sua timidezza, ha a mano a mano acquisito nuovi tratti, il sarcasmo dolente, la languida ironia, una durezza intellettuale quasi ieratica che alimenta il magnetismo sulla scena: «Nelle mie interpretazioni c’è sempre qualcosa che mi sfugge, qualcosa di rotto che non riesco ad inquadrare per bene».

Citare i grandi cineasti con cui ha lavorato nel corso della sua vita è un’impresa enciclopedica: centinaia i film a cui a partecipati, in gran parte nei ruoli principali, dal primo successo Et dieu créa la femme di Roger Vadim con una giovanissima Brigitte Bardot fino a Les Plus Belles Années d'une vie dell’amico Claude Lelouche, girato nel 2019. In mezzo una sfliza di pellicole memorabili come Il sorpasso di Dino Risi, Un homme une femme, sempre di Lelouch, Les Biches di Chabrol, Ma nuit chez Maude di Rohmer, Il conformista di Bertolucci, Z di Costa Gavras, Vivement dimanche di Truffaut, Trois Couleurs: Rouge di Krzysztof Kiezlowski, solo per citarne alcuni.

Senza però mai lasciare i palcoscenici dei teatri, il suo primo amore, che ha continuato a calcare fino al 2018, anno dell’ultima apparizione in uno spettacolo dedicato alle poesie di Prevert e Boris Vian con musiche del maestro argentino Astor Piazzolla.

Jean- Louis Trintignant è scomparso ieri, all’età di 91 anni nella sua casa del Garddopo una lunga vita, fatta di piccole gioie e grandissime sofferenze: «È morto di vecchiaia, sernamente nel suo letto», fa sapere la famiglia in un breve comunicato.

Gli ultimi anni di vita di Trintignant sono stati accompagnati dal dolore, incommensurabile, per la perdita della figlia Marie, anche lei attrice di talento, uccisa a botte in un albergo di Vilnius dal compagno, l’ex cantante dei Noir Désir Bernard Cantat.