“L’AUDIZIONE”

Telenovela giustizia, puntata del giorno: Silvio Berlusconi riceve Carlo Nordio. Colloquio che, certo, il Cavaliere aveva annunciato il giorno prima, con la postilla che l’ex magistrato difficilmente lo avrebbe «convinto». Invece a quanto pare la chiacchierata di ieri mattina a Villa Grande, residenza romana del Cavaliere, non è stata rovinosa, per le prospettive di Nordio quale futuro guardasigilli. «Incontro lungo e molto cordiale, ci siamo detti arrivederci, le conclusioni saranno tratte da tutti i leader: io sono pronto, perché fare il ministro sarebbe un onore per qualsiasi giurista», ha spiegato all’Adn- Kronos il neoparlamentare eletto con Fratelli d’Italia. Basterà a sminare l’accordo tra Meloni e Berlusconi sul nome per via Arenula?

Forse: nulla è scontato, ormai. Peraltro, l’agenzia di stampa che lo ha interpellato ha chiesto all’ex procuratore aggiunto di Venezia anche della competizione con Maria Elisabetta Alberti Casellati, sostenuta fino a un attimo prima dal Cav per la nomina a ministra della Giustizia.

L’ultima parola spetta ai leader, era stata la chiosa della ex presidente del Senato. Nordio ha replicato: «È quello che ho detto io, su questo mi pare che siamo d’accordo: vede i programmi di FdI e FI sono molto allineati, ci sono cose simili». È vero, sicuramente sarebbero sovrapponibili i programmi di Nordio e degli azzurri: anche il primo spingerebbe per l’abrogazione semitotale della legge Severino, ad esempio. Idea che nei giorni scorsi diversi quotidiani hanno intravisto dietro le richieste di Berlusconi su via Arenula: vuole tutelarsi da una condanna definitiva al Ruby ter, che lo farebbe di nuovo decadere da senatore, perciò vuole un forzista in quella casella, si è detto. Ecco: fosse per quello, Nordio basterebbe e avanzerebbe.

Ma l’incontro di ieri resta irrituale. Una mossa probabilmente astuta dell’ex magistrato per ottenere l’ok del Cav e ricomporre la frattura apertasi tra quest’ultimo e Giorgia Meloni sulla Giustizia. Può funzionare: ma c’è il rischio che la stampa “nemica” impallini ora anche Nordio come potenziale esecutore delle pretese berlusconiane. Un rischio che lo stesso Nordio sembra essersi voluto assumere.

Il colloquio, ha spiegato l’ex pm, è ruotato attorno a una «preoccupazione», ossia «l’efficienza del sistema giudiziario». La priorità è arrivare a «processi più veloci», rimediare a quella «giustizia lenta che», ha ricordato Nordio, «costa al paese il 2% del Pil». Come? «Penso che le mie idee, espresse nei tanti volumi che ho scritto, siano condivise anche dal leader azzurro», ha detto l’ex magistrato. E dev’essere così. Ma ora a decidere, più delle competenze, sarà una logica politica, con le sue infinite variabili.