Di vicende di stalking purtroppo ne sentiamo tante ma questa che stiamo per raccontarvi ha qualcosa di singolare. Una donna denuncia di essere perseguitata da un uomo, si fa assistere da sua sorella che è avvocato e l’uomo comincia a stalkerare anche lei.

I fatti accadono a Roma dal 2016 e useremo nomi di fantasia per i protagonisti. Paolo si rivolge a uno studio che fa anche servizi finanziari e viene seguito da Teresa, ma ben presto comincia, fuori dall’orario di lavoro, a minacciarla e molestarla, tempestandola di telefonate e messaggi vocali con numeri sempre diversi. Teresa blocca tutte le utenze e si lascia accompagnare a casa sempre da qualcuno. Ma le minacce non si fermano: “Puttana, muori all’inferno” e ancora “Buongiorno, ti sto cercando”, “io ti distruggerò” e le indicava in un messaggio tutti i movimenti che la donna aveva fatto in giro, ad indicarle che la stava seguendo. Poi una lettera pesantissima: “Brucerò tutto intorno a te e alla fine brucerai anche tu e io ti vedrò marcire”.

Teresa non esita e denuncia, poi nell’ottobre 2022 invia un’altra lettera in cui tra i vari deliri comincia a prendere di mira anche l’avvocata di Teresa, sua sorella, che la stava assistendo legalmente: “Quella zoccola di tua sorella cosa pensa di poter fare l’avvocato? Non credo proprio, l’ho segnalata all’Ordine, che è una prostituta e non sa fare i suoi lavori, proprio come te, nessuno la chiamerà mai come avvocato, poi è una cicciona quasi quanto te, non potrà mai fare l’avvocato e poi puzza anche lei. Sono contento che vi sto facendo agitare e girare a destra a sinistra, dovete scoppiare brutte zoccole infami bastarde e maledette”. Dunque lo stesso trattamento riservato a Teresa comincia a riversarlo anche su sua sorella Francesca, l’avvocata: numerosi messaggi minacciosi, pedinamenti, danneggiamento dell’automobile.

E il 7 novembre 2022 fa pervenire al Coa di Roma un esposto anonimo in cui diffida la legale: “Ha infranto le regole e non mi ha permesso di distruggere sua sorella, lei la voleva difendere ma ora non più e io gli rovinerò la vita a tutte e due”. L’avvocata è costretta a rinunciare al mandato ma denuncia e diventa anche lei parte offesa nei confronti dell’uomo nel processo, che si sta celebrando dinanzi al Tribunale di Roma. La Procura di Roma ha chiesto ed ottenuto la misura cautelare del divieto di avvicinamento, violato dall’uomo che ha manomesso il braccialetto elettronico e che quindi è finito a Regina Coeli dove è detenuto con l’accusa di atti persecutori.

Il Coa di Roma si è costituito parte civile con l’avvocato Giovanna Gallo che nella sua memoria fa notare come la sua collega “per il forte timore per la propria incolumità e il grave stato di ansia patito, è stata costretta a non rispondere alle telefonate provenienti da numeri sconosciuti, a cambiare quotidianamente i propri orari lavorativi per non restare sola presso il suo studio, a non recarsi in udienza ed essere sempre accompagnata da amici e parenti in tutte le attività quotidiane svolte. Appare evidente che si è trovata impedita ad esercitare le prerogative difensive inerenti al mandato conferitole” dalla sorella “nonché la più ampia attività professionale nella qualità di avvocato”. Da qui la legittimazione dell’Ordine degli avvocati perché “la lesione subita dal singolo avvocato, consistita in una ingiusta limitazione della propria libertà di determinazione, risulta altresì lesiva dei diritti costituzionalmente garantiti ai sensi degli articolo 24 e 111 Cost di cui l’ordine di appartenenza è portatore”.

La Consigliera avvocata Irma Conti, presente in aula dinanzi al Gup, ha dichiarato che “la primaria rilevanza giuridica dell’Ordinamento Forense è garantire l’indipendenza e l’autonomia degli Avvocati, che l’Istituzione capitolina tutelerà in ogni sede ed in ogni occasione, dalla violazione dell’equo compenso agli atti persecutori o per qualsiasi pregiudizio che mini le indispensabili condizioni per l’effettività della difesa e la tutela dei diritti”. La difesa ha chiesto la perizia sulla capacità dell’imputato, prossima udienza 15 febbraio per nominare il perito psichiatra.