«HO RIPORTATO AL PRESIDENTE LE ESIGENZE DEL PAESE»

Ci vuole la pazienza di Sergio Mattarella per riportare il sereno tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. È per questo che ieri pomeriggio il leader M5S si è recato al Quirinale per un colloquio con il capo dello Stato, dopo la salita al Colle di qualche giorno fa del presidente del Consiglio. «Ho riportato al presidente le esigenze del paese - ha detto Conte al termine del faccia a faccia - continueremo a sostenere il governo perché il M5S è responsabile verso il paese».

Negli stessi minuti, tra i corridoi di palazzo Madama l’impressione era che la fiducia ottenuta dal governo sul decreto Ucraina, con 215 sì, 35 No e nessun astenuto, non fosse che l’inizio, e non la fine, delle ostilità tra vecchio e nuovo inquilino di palazzo Chigi.

Per non parlare della dialettica tra M5S e Pd, dopo le recenti uscite di alcuni esponenti dem che ponevano più di un dubbio sulla reale convenienza di proseguire l’alleanza nel cosiddetto campo largo progressista. «L’alleanza con il Pd va avanti da tempo, abbiamo lavorato insieme e sperimentato un pacchetto importante di riforme ha detto Conte nel corso di una diretta su Instagram - È chiaro, però, che io pretendo rispetto e dignità e che non posso accettare le accuse di essere irresponsabili e inaffidabili, perché non siamo la succursale di un’altra forza politica».

Accuse alle quali risponde all’ombra delle segrete stanze di palazzo Madama una senatrice dem, mentre in Aula i ministri Guerini, Speranza e Orlando rispondono alle domande del question time. «Se fosse per me, avremmo mandato all’aria l’alleanza con Conte già da tempo - spiega a voce bassa - ma mi pare che molti miei colleghi di partito stanno capendo che con il M5S non si va da nessuna parte» . Ma ecco che il ministro della Difesa esce dall’Aula e si ferma con i giornalisti. E risponde per le rime a Conte, dicendosi d’accordo «dalla A alla Z» con la linea del presidente del Consiglio Draghi. «Come membro del Pd posso dire che siamo impegnati nella costruzione di un’alleanza che per funzionare deve essere credibile, capace di lavorare insieme e coesa - spiega Guerini - Ricordo che tra chi oggi conviene sull’obiettivo di aumentare le spese militari fino al 2 per cento del Pil ci sono anche forze che nella passata legislatura proponevano di uscire dalla Nato».

Il riferimento è allo stesso Movimento 5 Stelle, che secondo Conte è ora vittima di un tentativo «da parte del mainstream» di «costringere al silenzio» i grillini. «Ma non ci silenzieranno mai», ha aggiunto l’ex avvocato del popolo, che poi ha spronato il governo ad accelerare sul Pnrr. «Sta andando a rilento e siamo preoccupatissimi - ha scandito - non possiamo permetterci di perdere questi soldi».

SOLDATI UCRAINI SOPRA UN BLINDATO ALLA PERIFERIA DI KIEV RODRIGO ABD