LItalia è uno dei paesi più sicuri del mondo. Questa sicurezza, cresciuta con un ritmo sostenuto nellultimo decennio, è testimoniata, al di là di qualsiasi opinione, dal drastico calo dei reati, soprattutto quelli che mettono a rischio lincolumità e la vita dei cittadini: omicidi e rapine. La diversa, anzi opposta, convinzione degli italiani che immaginano una sempre e più pericolosa delinquenza, che moltiplica i rischi per la vita e gli averi, è un fenomeno che pone problemi complessi di analisi e di strategie. Ma il problema percezione, che qui non viene affrontato, non modifica di una virgola i dati reali ( dati a copertura intera; non sondaggi, proiezioni, stime e/ o valutazioni, ecc.) diffusi dal Ministero dellInterno e dallIstat che raccontano unItalia dove i reati diminuiscono, talvolta crollano, specie quelli contro la vita delle persone.Questo giornale, fin dalla sua nascita, e in permanenza, ha richiamatolattenzione, inizialmente in solitudine, su tutto questo. Ma ha convinto poco. Forse perché su questo punto ha ragione Piercamillo Davigo quando, in polemica coi giornali, scrive che: «In Italia cè un problema di sicurezza largamente inventato. Nel senso che gli italiani sono convinti di vivere in un paese insicuro. Non è vero». E quando dice che rispetto agli omicidi «dal punto di vista statistico è più pericoloso stare a casa che uscire».Questo giornale fin dalla sua nascita, allinizio in solitudine, ha sottolineato quanto stava succedendo. Da anni, ogni anno, registriamo un nuovo record: un numero sempre più basso di reati, in assoluto e rispetto alla popolazione, dallUnità dItalia in avanti. 2017: 371 omicidi e circa 32mila rapine, il più basso dal 1861. 2018: 319 omicidi ( meno 15%) e 28mila rapine soltanto. Abbiamo il tasso di omicidi più basso dEuropa, di oltre un terzo inferiore a quello della media dei 27 stati. Lunica classifica europea di cui noi italiani possiamo andare fieri, rinfacciandola a tutti gli altri nessuno escluso. Ma il micidiale combinato tra la legge approvata sulla legittima difesa e le proposte per facilitare lacquisto di armi ( in Parlamento sono già state depositare proposte di legge) è destinato a innescare una brusca frenata del percorso virtuoso degli italiani e rischia di invertire il processo positivo fin qui registrato.Il costo più pesante, in questo caso, verrebbe pagato dalle donne. E per rendersene conto basta approfondire e ragionare sui dati.Oltre la metà delle persone assassinate in Italia negli anni 17 e 18 conosceva il proprio assassino. Le donne assassinate, invece, lo conoscevano nel 68,7 per cento dei casi. Il che dimostra, è la conclusione univoca di tutti gli analisti del settore, che in Italia si muore soprattutto nel circuito familiare e/ o in quello dei propri conoscenti. Vuol ricordarci questo Davigo quando spiega il paradosso ( apparente) per cui ci sono minor rischi di venire ammazzati andando in giro anziché restando nella mitica casa propria.La verità è che il contenimento degli omicidi è anche e soprattutto dovuto allassenza di armi e alla diffusione di armi da fuoco. In migliaia di microconflitti che si consumano ogni giorno nelle case italiane, tra parenti, amici e conoscenti, nel quartiere, nel vicinato, al bar, il non possesso di armi salva moltissime vite. Le spinte securitarie e il possesso diffuso di uno strumento che spara, pistole e fucili, provoca facilmente la morte ed è destinato a moltiplicare gli eventi mortali che anche se in drastica diminuzione non devono smettere di scandalizzarci spingendoci a ridurli tendenzialmente a zero.La controprova viene da altre società dove le armi sono facilmente in possesso di tutti. Negli Stati Uniti dove tolti ( non tutti) i bambini tutti hanno unarma se ne contano 270 milioni su una popolazione di 327 mln nel 2016 si sono contati 38mila morti ammazzati ( gli Usa per raggiungere il tasso di sicurezza italiano, essendo quella popolazione 5 volte e mezzo la nostra, dovrebbero ridurre gli omicidi da 38mila a 1750, un obiettivo che neanche si pongono). La tendenza americana è tra laltro al peggioramento se si tiene conto che nel 2011 e 2012, prima di Trump gli omicidi erano solo 33mila e 500. E va aggiunto un dato sconvolgente: dei 38mila morti Usa del 2016 il 60% era costituito da suicidi. Perché le armi quando sono troppe e contrabbandate retoricamente come strumento di difesa dagli altri prima si possono anche usare contro se stessi.