di LUIGI SBARRA (segretario nazionale Cisl)

Domani saremo a Piazza San Giovanni a Roma, il luogo simbolo delle lotte del movimento dei lavoratori, per dire no ai fascismi ed alla violenza squadristica, per respingere in modo unitario e compatto gli estremismi violenti che vogliono colpire il mondo del lavoro ed i grandi valori Costituzionali.

Sarà una grande mobilitazione civica con cui vogliamo alzare un argine contro gli estremismi eversivi, deflagrati sabato scorso nel grave assalto squadrista contro la sede nazionale della Cgil dopo un lungo crescendo di violenze, minacce e atti vandalici contro tutto il sindacalismo confederale italiano. Attacchi che continuano incessanti, anche in questi giorni.

C’è un clima molto pesante nel Paese. Una miscela populistica pericolosa che vede convergere posizioni no-vax e ambienti ben organizzati di professionisti del terrore, di gruppi estremisti che strumentalizzano gli effetti della pandemia solo a scopi eversivi. Focolai che vanno spenti subito con l’unità delle istituzioni e della società organizzata, rafforzando le ragioni dell’inclusione, dello sviluppo, della partecipazione diffusa alla vita democratica del Paese.

Ecco perché bisogna reagire uniti, senza divisioni, perché è tutto il sindacato ed il mondo del lavoro che sono oggi sotto attacco. Non è certamente un caso se nel mirino c’è il sindacalismo confederale, che nella sua lunga storia ha sempre dimostrato di praticare la strada della responsabilità, della giustizia sociale, della partecipazione, ricercando costantemente le condizioni per uno sviluppo equilibrato.

C’è invece chi punta a dividere il Paese, spaccare la coesione sociale, colpire il sindacato che è il vettore del dialogo. Di fronte a questo non possiamo avere titubanze: dobbiamo scendere in piazza per difendere quei principi che impongono lo scioglimento di movimenti che si richiamano dichiaratamente al fascismo e al nazismo. Le istituzioni non devono avere tentennamenti o dubbi sulla legittimità delle azioni chiare da intraprendere nella massima concordia nazionale. Occorre fermezza dello Stato nei confronti di chi fa della violenza la propria ragion d’essere.

Non ci faremo intimidire da chi vuole riportare indietro le lancette della storia. Le sedi del sindacato sono e restano un presidio di libertà, di tutela dei principi sanciti nelle lotte per la libertà, la giustizia sociale, la contrattazione. Questo è il nostro ruolo nella società, che va difeso dalle istituzioni, da tutto il mondo associativo, perché senza sindacato non c’è democrazia, progresso civile, rispetto per la persona. Bisogna ripartire dal valore del lavoro e della sua centralità.

Per questo la migliore risposta all’attacco di sabato scorso, è costruire nelle prossime settimane le condizioni di un grande patto sociale per la crescita, gli investimenti, la lotta alle diseguaglianze sociali e territoriali. Possiamo e dobbiamo arrivare ad un accordo organico e strutturato sull’attuazione del Pnrr, Legge di stabilità, ammortizzatori sociali, politiche attive, fisco, pensioni, non autosufficienza.

Le società complesse si governano con il consenso sociale. Non con il miraggio e l’apologia dell’uomo solo al comando. Serve corresponsabilità e condivisione sociale sugli obiettivi di sistema: non c’è via migliore per allargare il perimetro della partecipazione e della democrazia sostanziale verso il bene comune. Il dialogo è la strada per combattere la conflittualità sociale e il vaccino migliore contro il “virus” della violenza che rischia di diffondersi oggi nel nostro paese. Per queste ragioni la Manifestazione unitaria di domani assume un significato di grande valenza simbolica. Bisogna rispondere con la stessa coerenza e determinazione con cui abbiamo combattuto in passato contro il fascismo, il terrorismo, le mafie. E dobbiamo farlo insieme, con la partecipazione non solo dei nostri iscritti e militanti, ma di tutti i cittadini e le tante forze sane e democratiche del nostro paese. Per riaffermare le fondamenta della nostra Repubblica e il valore unificante del lavoro come forma suprema di partecipazione, emancipazione e riscatto.