A 17 anni dal delitto di Chiara Poggi, e a quasi dieci dalla condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni di reclusione, la Procura di Pavia riapre per la terza volta il fascicolo su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, nel tentativo di chiarire la presenza di un Dna ignoto nei margini subungueali del corpo della ragazza.

Il nuovo incidente probatorio, fissato per il 17 giugno, ha scatenato una reazione netta da parte dell’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi fin dal 2007. Nella scorsa udienza davanti alla gip Daniela Garlaschelli, Tizzoni ha ribadito la disponibilità della famiglia «a qualsiasi accertamento» pur di mettere la parola fine a un caso che ha già attraversato otto anni di processi e sette tentativi giudiziari falliti.

Secondo il legale, è necessario allargare il numero dei soggetti da sottoporre al test del Dna, non solo a chi frequentava abitualmente la casa, ma anche – e soprattutto – a chi ha avuto un contatto fisico con il corpo di Chiara. Tra questi, tre carabinieri che sarebbero entrati nella villetta senza guanti, il medico legale, i soccorritori del 118 e chi ha spostato il cadavere.

«Eravamo in pieno agosto, il sudore, la saliva possono essere caduti sulle mani della vittima – ha detto Tizzoni in aula –. Non possiamo escludere nessuno». Il legale ha inoltre ricordato il rischio di contaminazioni avvenute nell’Istituto di Medicina Legale di Genova, dove i campioni vennero analizzati nel 2014. «Stiamo parlando di quantità infinitesimali di Dna – ha precisato –. È assolutamente necessario evitare che tra dieci anni ci ritroviamo a cercare un ipotetico ‘Ignoto 7 o 8’. Troviamolo ora, o escludiamolo».

Il pm Stefano Civardi ha confermato la necessità di confrontare anche il Dna di Stasi con quello trovato nei margini subungueali di Chiara. «Non diciamo sotto le unghie – ha sottolineato –. È tecnicamente possibile raccogliere Dna anche accarezzando con il dorso della mano la tastiera di un computer». Un riferimento diretto alla precedente archiviazione delle indagini su Andrea Sempio, che usava abitualmente il computer dei Poggi.

Tra i convocati per il test salivare figura anche Marco Panzarasa, amico di Stasi, con cui l’ex studente bocconiano passò una vacanza a Londra nel luglio 2007, portando con sé lo stesso laptop che Chiara utilizzò la sera prima di essere uccisa. «La sua convocazione – precisa Tizzoni – serve solo a escluderlo, nulla lascia pensare a una sua implicazione. Ma potrebbe essere lui il soggetto ignoto, come suggerisce anche l’ordinanza del gip Lambertucci».

Intanto, l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Stasi, è rimasto escluso dall’udienza preliminare per le limitazioni imposte in questa fase del procedimento, in cui il condannato può essere assistito da un solo legale.