Non bastava la punizione per aver tenuto un «comportamento gravemente scorretto» nei confronti di Giuseppe Creazzo, per via di quei messaggi inviati all’ex presidente dell’Anm Luca Palamara dopo le molestie subite. Il Csm, ieri, ha condannato in sede disciplinare la pm Alessia Sinatra per inerzie e ritardi nelle definizione di inchieste su violenze e abusi sessuali, in alcuni casi su minori, che avrebbero provocato in più di un’occasione la prescrizione dei reati.

Con una sentenza pesantissima: la sospensione dal servizio per sei mesi e il trasferimento al tribunale di Caltanissetta con funzioni di giudice civile. Una condanna molto più pesante di quanto chiesto dalla procura generale della Cassazione, che aveva invocato la perdita di anzianità di tre mesi.

Una decisione fortemente stigmatizzata dal difensore della pm, Mario Serio. «Non è mai stata applicata una sanzione così severa per ipotesi di ritardi - ha spiegato al Dubbio -. Ancora una volta la sanzione è molto più grave di quella chiesta dalla procura generale e di quelle applicate dalla sezione disciplinare del Csm nei confronti di magistrati accusati di violenza sessuale. La sentenza di oggi ( ieri, ndr), che sarà ovviamente impugnata, non può minimamente scalfire l’impegno quasi trentennale ed unanimemente riconosciuto di Alessia Sinatra a favore delle fasce deboli».