L’INCHIESTA

In Russia il potere in sé è cosa assai più preziosa delle vite dei soldati. Dunque anche El’cin dovette alzare bandiera bianca, cedendo alle pressioni di un indignato Stato Maggiore.

Putin non ci ha mai provato. Dirò di più: per definizione un presidente che sia un ex ufficiale è destinato a non provarci mai.

A LA DENUNCIA DI ANNA POLITKOVSKAJA, UCCISA DAI SICARI DEL CREMLINO

Un estratto del libro La Russia di Putin di Anna Politkovskaja, Adelphi Edizioni - dedicato alla violenza dell’esercito russo.

( seconda puntata)

In Russia il potere in sé è cosa assai più preziosa delle vite dei soldati.

Dunque anche El’cin dovette alzare bandiera bianca, cedendo alle pressioni di un indignato Stato Maggiore.

Putin non ci ha mai provato.

Dirò di più: per definizione un presidente che sia un ex ufficiale è destinato a non provarci mai. Quando si delineò all’orizzonte politico russo in veste di probabile capo di Stato più che di impopolare direttore dell’universalmente inviso ex KGB ( ora FSB), Putin esordì affermando che l’esercito screditato da El’cin ( e intendeva con ciò gli esangui tentativi di porre un freno all’anarchia interna) sarebbe rinato a nuova vita. Quel che ci voleva per una rinascita completa e definitiva era una guerra, la seconda guerra cecena... La cronaca successiva degli eventi nel Caucaso Settentrionale è la conseguenza di questa premessa. Da quando è scoppiata la seconda guerra cecena, l’esercito ha avuto carta bianca, e il risultato più evidente è che alle elezioni presidenziali del 2000 ha votato all’unanimità per Putin.

Né c’è alcun dubbio che così abbia fatto anche nel 2004. La guerra in atto è assai utile e redditizia per l’esercito, fonte di promozioni lampo e di un gran numero di medaglie, fucina di carriere fulminee per i giovani generali ‘ combattenti’ che gettano le basi per future scalate politiche e finiscono catapultati nell’élite di Stato. Putin, intanto, martella il Paese con i suoi slogan: la rinascita dell’esercito è un datodi fatto e lui solo, Putin, ne è l’artefice perché ha rimesso in piedi un esercito umiliato ( da El’cin) e offeso ( nella prima guerra cecena).

Le storie che seguono mostreranno di quale ‘ sostegno’ si sia trattato. A voi trarre le conclusioni, magari cercando di mettervi nei nostri panni. Vorreste vivere in un Paese in cui le tasse che pagate vanno a foraggiare una simile istituzione? Come vi sentireste con un figlio diciottenne precettato quale «materiale umano», come lo si definisce qui da noi? Che ne dite di un esercito da cui i soldati disertano in massa ogni settimana ( e solo per avere salva la vita), talvolta in intere squadre o compagnie?

Che cosa pensereste di Forze Armate che in un solo anno, il 2002, hanno perso più di cinquecento uomini – un intero battaglione – non in guerra, ma per le percosse subite? Un esercito in cui gli ufficiali rubano di tutto: ai soldati i dieci rubli mandati dai genitori, e allo Stato intere colonne di carri armati? In cui gli ufficiali odiano e picchiano a loro discrezione i sottufficiali? In cui questi ultimi sfogano sui soldati semplici l’odio che provano per i superiori? In cui ufficiali e sottufficiali sono accomunati dall’odio per le madri dei soldati, colpevoli di protestare occasionalmente – vivono nel terrore e lo fanno solo quando le circostanze di una morte sono troppo scandalose – e di chiedere giustizia?