LO SCONTRO

La visita della speaker della Camera Usa a Taipei «non è una difesa della democrazia e della libertà, ma una provocazione e una violazione della sovranità e dell'integrità territoriale della Cina». Le dichiarazioni ufficiali della Cina, come quella del portavoce dell'Ufficio per gli affari di Taiwan, Ma Xiaoguang, non lasciavano dubbi sulla posizione cinese circa il viaggio di Nancy Pelosi.

A Venti di guerra a Taiwan Dopo la “passeggiata” di Pelosi la Cina “ attacca”

Pechino risponde a Washington; lancia 11 missili verso l’isola contesa e convoca con urgenza gli ambasciatori del G7

La visita della speaker della Camera Usa a Taipei “non è una difesa della democrazia e della libertà, ma una provocazione e una violazione della sovranità e dell'integrità territoriale della Cina”. Le dichiarazioni ufficiali della Cina, come quella del portavoce dell'Ufficio per gli affari di Taiwan , Ma Xiaoguang, non lasciavano dubbi sulla posizione cinese circa il viaggio compiuto da Nancy Pelosi mercoledì scorso. La breve visita del numero 3 della Casa Bianca infatti è sempre stata vista come la miccia capace di provocare un conflitto su larga scala. Da Pechino erano state annunciate risposte senza precedenti.

Nancy Pelosi ha proseguito il suo viaggio verso la Corea del sud trascinandosi, però, dietro diverse polemiche sorte anche negli Stati Uniti. Era stato lo stesso Biden commentando le indiscrezioni di stampa sul tour nel sud est asiatico ad ammettere candidamente come per i vertici del Pentagono l'iniziativa non fosse una buona idea. Sembra dunque che si sia trattato di un'azione personale non concordata che ha costretto la Casa Bianca ad assumere, forse, una postura non voluta. Non a caso nelle ultime ore il segretario di stato Blinken si è affrettato a dire che gli Stati Uniti non vogliono nessun cambiamento dello status attuale di Taiwan.

Ieri l'esercito popolare Cinese ha lanciato una maxi manovra militare dal carattere fortemente aggressivo. I vertici militari l'hanno definita “una contromisura necessaria, una mossa giusta”. Undici missili balistici sono stati sparati dal territorio cinese e sono caduti nelle acque intorno alle coste nord- orientali e sud- occidentali di Taiwan, Sono state le stesse autorità dell'isola a confermare l'accaduto precisando che i missili appartenevano alla classe Dongfeng.

Ufficialmente i cinesi hanno fatto sapere che i vettori balistici trasportavano testate convenzionali e tutti hanno colpito i loro obiettivi con precisione, lo scopo delle esercitazioni era quello di testare le armi e la capacità di negare a un nemico l'accesso o il controllo di un'area.

Un avvertimento diretto agli Stati Uniti la cui politica nel sud est asiatico sta entrando in rotta di collisione con la Cina ormai da tempo, Pechino considera Taiwan come una provincia ribelle che prima o poi tornerà “all’abbraccio della madre patria”. Pur non riconoscendo ufficialmente il governo di Taipei, esiste però una legge che obbliga Washington a fornire aiuti economici militari all'isola.

Un'ambiguità che lascia spazio alla possibilità di un aumento della tensione nell'area.

Non a caso il ministero della Difesa taiwanese ha dichiarato che “sosterrà il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra, e con un atteggiamento di non escalation del conflitto e non causare controversi”. Il pericolo è dunque continuo; anche in occasione delle attuali manovre militari droni cinesi avevano volato sopra le isole Kinmen, territorio al largo della costa sud- orientale, costringendo le difese dell'isola a sparare dei razzi per allontanarli.

Inoltre il lancio dei missili cinesi ha interessato anche altre nazioni come il Giappone che ha chiesto lo stop immediato delle manovre. Tokyo ha fatto sapere che cinque dei missili balistici lanciati sono caduti nella zona economica esclusiva ( ZEE) che si estende fino a 200 miglia nautiche ( 370 chilometri) dalla costa del paese. Le esercitazioni militari stanno avendo effetti anche sul piano economico visto che si svolgono in uno dei tratti di mare più trafficati del mondo, causando interruzioni alle rotte di navigazione e ai voli da e per Taiwan. Le navi sono state costrette a rotte alternative, con interruzioni di giorni che dovrebbero avere un impatto sulle catene di approvvigionamento con ritardi nella spedizione globale. Nonostante ciò il ministro degli esteri Wang Ma, ieri durante una riunione con i suoi omologhi del sud- est asiatico nella capitale cambogiana Phnom Penh, ha detto che il suo paese ha fatto tutto il possibile per evitare una crisi, ma che ' non può permettere che i suoi interessi fondamentali siano danneggiati'. Una risposta alle preoccupazioni dei suoi colleghi dell'Associazione delle Nazioni del Sud- Est Asiatico ( Asean) i quali hanno chiesto la massima moderazione.

La Cina in ogni caso ha già raccolto il supporto della Russia che considera le esercitazioni pienamente rientranti nel suo diritto. Il G7, così come la Ue, ha invece invece criticato aspramente le manovre militari considerate ingiustificate e solo un “pretesto per un'attività militare aggressiva nello Stretto di Taiwan”. Una condanna che ha irritato Pechino che ha immediatamente convocato gli ambasciatori dei 7.