«L’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è entrata nel vivo e già si registrano diverse segnalazioni di irregolarità; in particolare, si tratta di indebita percezione ovvero non corretto utilizzo dei fondi da parte dei soggetti attuatori, irregolarità nella percezione dei contributi sub specie di opere non conformi al progetto o di assai significativi ritardi nella loro attuazione». A lanciare l’allarme è il procuratore generale della Corte dei Conti Pio Silvestri, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.

Una cerimonia nella quale i vertici della magistratura contabile hanno voluto ricordare il ruolo della Corte - dopo le polemiche col governo iniziate lo scorso anno proprio in relazione agli allarmi lanciati sulle gravi irregolarità gestionali relative al Pnrr e che hanno portato all’esclusione del controllo concomitante -, ruolo più volte rimarcato negli interventi di Silvestri e del presidente Guido Carlino. «I controlli - ha sottolineato il presidente della Corte - garantiscono il buon andamento complessivo dell’amministrazione, chiamata a rispondere “effettivamente al modello ideale tracciato dall’articolo 97 della Costituzione, che è quello di un apparato pubblico realmente operante sulla base dei principi di legalità, imparzialità ed efficienza”».

Nonostante l’intervento del governo, che ha limitato il ruolo della Corte, rimane il controllo-monitoraggio sui progetti del Pnrr da parte delle Sezioni regionali e centrali di controllo. E dai dati a disposizione emerge che, «nonostante l’ingente ammontare di risorse messe a disposizione, è stato registrato un modesto progresso nel loro utilizzo, nonostante sia stato constatato uno stadio sufficientemente avanzato nell’assegnazione delle medesime ai soggetti attuatori, pari a circa 142 miliardi di euro, cioè a oltre il 70% delle risorse del Pnrr». Secondo i dati più recenti raccolti dall’Ufficio parlamentare di Bilancio, infatti, risultano spesi 28,1 miliardi di euro (circa il 14,7% del totale delle risorse europee del Pnrr), mentre restano da spendere 138,2 miliardi di euro per conseguire tutti i target previsti. E i danni derivanti dalle fattispecie illecite in istruttoria, ancora da quantificare in maniera precisa, «non ammontano solo a circa euro 1.800.000», ma «saranno di importo notevolmente maggiore».

Alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e, tra gli altri, del presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, Silvestri ha espresso inoltre «preoccupazione» per quegli interventi legislativi che potrebbero restringere, in maniera sistematica, «gli spazi della responsabilità erariale».

Pur manifestando «rispetto» per le prerogative parlamentari, Silvestri ha lanciato l'allarme proprio nelle ore in cui le Commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera discutono un emendamento di Fratelli d’Italia al decreto Milleproroghe per limitare le contestazioni per danno erariale ai soli casi di dolo o inerzia fino al 30 giugno dell’anno prossimo, escludendo la colpa grave. Silvestri ha però ricordato come «l’ambito di intervento delle Procure erariali sia limitato a specifiche fattispecie di mala gestio, che comportano sprechi e inefficienze, in violazione degli standard di diligenza connaturati all’esercizio delle funzioni pubbliche e alla gestione delle risorse necessarie al perseguimento degli interessi della comunità nazionale». Insomma, nessun intento persecutorio, ma volontà di tutela di chi «onestamente, lavora per rendere il servizio migliore al sistema Paese, dovendo applicare un impianto normativo ancora lontano dall’essere veramente semplificato». Per superare le difficoltà dell’azione amministrativa, ha aggiunto, non serve ridurre l’area delle responsabilità, che «potrebbe fungere da disincentivo per l’attività di coloro che, operando con diligenza, cura e passione, non vedrebbero premiati il loro impegno e la loro professionalità».

Silvestri ha segnalato «criticità nella erogazione di contributi, a titolo di reddito di cittadinanza, a seguito di presentazione di falsa documentazione da parte dei richiedenti, così come di irregolare ammissione al contributo». E ha richiamato anche il dovere di self restraint dei magistrati - riferimento che richiama la polemica piombata su Marcello Degni, il consigliere finito nell’occhio del ciclone per un suo post su X in cui si rammaricava con il Pd per non aver fatto “sbavare di rabbia” il governo -, «tanto nella vita pubblica quanto in quella privata». Un concetto rimarcato anche da Carlino: «Autonomia e indipendenza della magistratura costituiscono presidi indispensabili per assicurare la qualità del servizio reso al Paese e rappresentano una garanzia essenziale per i cittadini, così come è imprescindibile il rispetto dell’etica pubblica che impone di esercitare le delicate funzioni magistratuali con equilibrio, sobrietà, ragionevolezza e un radicato senso delle istituzioni».

Nel suo intervento, il presidente del Cnf Greco ha invece posto l’accento sulla burocrazia difensiva. «Le funzioni giurisdizionali della Corte dei Conti sono chiamate a tutelare il rispetto dei principi costituzionali che presidiano il buon andamento dell’azione amministrativa e gli equilibri di finanza pubblica - ha sottolineato -. In particolare, sulla responsabilità per danno erariale conferma la sua centralità. Le fattispecie dolose sono e saranno sempre sanzionabili pur alleggerendo amministratori e funzionari dalla prospettiva della responsabilità per condotte attive gravemente colpose. La responsabilità deve essere rigorosamente provata in modo puntuale e rispettoso delle regole sostanziali e processuali e servono ad attenuare quella diffusa “paura della firma”. A tale riguardo, si segnalano all’attenzione quelle iniziative parlamentari guidate dalla volontà di scongiurare la cosiddetta “burocrazia difensiva”, prevedendo un tetto alla responsabilità patrimoniale di chi agisce per l’amministrazione. L’auspicio è, ancora una volta, che la medesima responsabilità sia ragione di stimolo e non di disincentivo alle iniziative e sia, dunque, conforme ai canoni di proporzionalità, prevedibilità e ragionevolezza».