Il Jobs act torna ancora una volta al vaglio della Corte costituzionale: domani, in udienza pubblica, i giudici della Consulta saranno chiamati ad esaminare una questione di legittimità, sollevata dalla Cassazione, relativa a uno degli articoli (art. 2, comma 1) contenuti nel decreto legislativo 23/2015 - attuativo della riforma approvata nel 2014 - nella parte in cui, «nell'individuare il regime sanzionatorio per i licenziamenti nulli, limita la tutela reintegratoria ai casi di nullità 'espressamente previsti dalla legge'». Il caso da cui è scaturita la trasmissione degli atti alla Consulta riguarda un licenziamento dichiarato nullo dalla Corte d'appello di Firenze: la Cassazione, con l'ordinanza depositata lo scorso aprile dalla sezione lavoro, ha ritenuto "rilevante" e "non manifestamente infondata" la questione con riferimento all'articolo 76 della Costituzione (relativo all'esercizio della delega).

Tra le altre questioni che la Corte è chiamata ad esaminare domani, quella su un articolo del decreto legge Pnrr, come convertito, che ha che ha previsto, tra l'altro, la nomina di un Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi relativi all'organizzazione dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026.

In camera di consiglio, invece, i giudici costituzionali affronteranno la questione, sollevata dal tribunale di Torino, inerente un punto della legge sulle unioni civili del 2016, in cui si prevede che «la sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso determina lo scioglimento dell'unione civile tra persone dello stesso sesso», senza, si osserva nell'ordinanza di rimessione, «alcuna possibilità di conversione in matrimonio previa dichiarazione congiunta dell'attore e dell'altro contraente l'unione in caso di accoglimento della domanda di rettificazione, senza soluzione di continuità con il precedente vincolo».