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E LE DONNE DEM SI LAMENTANO PER LE POCHE ELETTE
Arriva come un meteorite su un pianeta già scosso dal risultato elettorale. È la candidatura, non ancora ufficiale ma probabile, del presidente della Campania, Vincenzo De Luca, al Congresso per la segreteria del Pd. Una notizia non smentita dallo staff dell’esponente dem e che rimbalza al Nazareno in un momento in cui il segretario Letta predica a più non posso di non partire dai nomi, ma dai temi. E proprio di questo ha parlato ieri De Luca in un post sui social. «È in gioco, ormai, il carattere di forza nazionale del Pd - spiega il governatore - Il Sud è scomparso dal suo orizzonte da anni e anni e in queste condizioni si rischia di diventare un partito meno che regionale, condannato all’ininfluenza». Per poi dirsi favorevole a «un congresso rapido, e quanto più aperto alla partecipazione popolare, e non autoreferenziale». E se per un grande saggio come Pierluigi Castagnetti «occorre reinventare il Pd, non smontarlo e ricomporlo, ma trovare un’anima, un senso, una mission che il popolo riconosca e in cui si riconosca» e per questo «non è tempo di improvvisatori», tra i dem scoppia il caso della ( mancata) parità di genere tra gli eletti. «Tra Camera e Senato le donne elette del Pd sono circa un terzo denuncia Monica Cirinnà Arduo e scomposto dare patenti di maschilismo al partito che esprime una leader donna, la parità si pratica e non si predica, altrimenti diventa una foglia di fico per coprire giochi di correnti». E se per Alessia Morani «gli impegni della segreteria nazionale sulla parità erano altri» e ora «bisogna che qualcuno ci spieghi cosa è successo», ancor più decisa è la rieletta deputata Chiara Gribaudo.
«Abbiamo un problema commenta l’esponente dem Il Pd è un partito patriarcale ma non è una novità, lo abbiamo visto con i tre ministri uomini del governo Draghi: proposero a noi donne ruoli di sottogoverno e circolava anche il mio nome come sottosegretario ma abbiamo detto di no».