ESPONENTI COME ORLANDO ED EMILIANO CONTANO DI RECUPERARE L’ALLEANZA

Il duello tra Giuseppe Conte e Enrico Letta è sempre più acceso e il leader dei Cinque Stelle comincia a sperare di poterlo vincere, forte dei sondaggi che danno il Movimento in risalita e ampiamente in doppia cifra. La battaglia contro l’agenda Draghi dell’avvocato sta dando i suoi frutti. La scelta di averla sostituita con l’agenda progressista suona come una sirena per gli elettori di sinistra e il Pd che sognava di svuotare il serbatoio grillino rischia adesso di smettere di essere punto di riferimento per il fronte progressista.

Ed Enrico Letta comincia ad avvertire pesanti scricchiolii all’interno del partito, soprattutto dal fronte ex Ds di Andrea Orlando che avrebbe voluto l’intesa giallorossa e la vorrebbe ancora. Le dichiarazioni del governatore della Puglia Emiliano al Corriere della Sera non sono passate inosservate al Nazzareno. «I Cinque Stelle sono parte della mia alleanza e, siccome stanno governando bene, dentro la coalizione progressista, non ho alcuna intenzione di fare a meno di loro» ha detto Emiliano che ha fortemente criticato la scelta di rompere l’alleanza che, a suo dire, avrebbe garantito la vittoria in molti collegi nella sua Regione.

E se il fronte di sinistra del Pd è sul piede di guerra, come captato anche da Pierluigi Bersani che continua a flirtare con Conte, anche l’area moderata di Lorenzo Guerini morde il freno. In questo caso è la rottura con Azione di Carlo Calenda a non essere andata giù, con il conseguente isolamento dem che sta portando ad una campagna elettorale che Enrico Letta sta conducendo uno contro tutti.

Il segretario non perde giorno per parlare di «voto utile» indicando come un voto strumentale alla vittoria della destra ogni voto dato al M5S o ad Azione. Una polarizzazione delle scontro che dovrà portare altissimi dividendi al Pd per evitare che il segretario sia chiamato a pagare un conto salatissimo dopo la chiusura delle urne. E i sondaggi, in questo momento, non sembrano aiutarlo. Il suo partito ha perso un punto percentuale nel corso dell’ultimo mese, mentre Conte ne ha recuperati due agganciando la Lega. Un certificato di fallimento della strategia volta all’eliminazione dell’ex alleato che, invece, ha rialzato la testa e si pone come unico punto di riferimento dell’area progressista. Se questo trend dovesse confermarsi nelle prossime e decisive settimane di campagna elettorale, la segreteria dem sarà destinata a traballare in maniera decisa, tanto che le correnti interne si stanno già preparando ad un possibile scenario congressuale.