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©MARCO MERLINI/LAPRESSE 21.11.2001 ROMA INTERNI NELLA FOTO IL PALAZZO DI GIUSTIZIA SEDE DELLA CORTE DI CASSAZIONE
La Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni con cui ha assolto Antonello Montante, ex leader degli industriali di Caltanissetta, dall’accusa di associazione a delinquere, confermando invece le condanne per accesso abusivo a sistemi informatici dal 2014 in poi e per corruzione.
La sesta sezione penale, presieduta da Giorgio Fidelbo, ha disposto un Appello bis alla Corte d’appello di Caltanissetta per il ricalcolo della pena.
Cancellati reati di rivelazione del segreto d’ufficio fino al 2014
I giudici hanno dichiarato prescritte le accuse di rivelazione di segreto d’ufficio e di accesso abusivo a sistema informatico relative alle condotte fino a giugno 2014.
Il reato associativo era già caduto nel 2018, ma – osserva la Cassazione – «nonostante ciò, i giudici di merito hanno reiterato l’errore» confermando la responsabilità sul presupposto della sistematicità degli accessi abusivi, interpretata come indice dell’esistenza di un programma delinquenziale indefinito.
La Cassazione: «Reati autonomi, uniti solo dalla figura di Montante»
Secondo l’accusa originaria, Montante si sarebbe associato con ufficiali delle forze dell’ordine – alcuni ancora sotto processo, altri già prescritti – per acquisire posizioni di vertice in associazioni di categoria, enti e società a partire dal 2009-2010.
Gli ermellini, però, rilevano che i reati commessi dagli ufficiali erano autonomi, con l’unico elemento comune nella figura di Montante.
Processo bis anche per De Angelis e Di Simone Perricone
Il venir meno del reato associativo comporta un processo d’appello bis anche per Marco De Angelis e Diego Di Simone Perricone, limitatamente agli accessi abusivi successivi al 29 giugno 2014.
Gianfranco Ardizzone è invece uscito completamente indenne: per lui la Corte d’appello di Caltanissetta aveva già dichiarato la prescrizione.