Benno Neumair ha chiesto attraverso i suoi legali Flavio Moccia ed Angelo Polo di ricorrere ad un programma di giustizia riparativa da svolgere insieme alla sorella e alle zie Carla ed Elisabetta Perselli, e a Michaela Neumair. La richiesta è stata avanzata oggi in Corte d'Assise d'Appello a Bolzano dopo che Benno, 32 anni, aveva messo per iscritto questa volontà lo scorso 11 settembre.

Benno Neumair, da alcune settimane rinchiuso nel carcere di Montorio Veronese e oggi non presente in aula, nel tardo pomeriggio del 4 gennaio del 2021 ha ucciso il padre Peter di 63 anni e la madre Laura di 68 nella loro abitazione a Bolzano gettando successivamente i loro corpi nel fiume Adige. Il 19 novembre dello scorso anno Benno Neumair era stato condannato in primo grado alla pena dell'ergastolo per il duplice omicidio dei genitori. Per il reato di soppressione del cadavere, ovvero per aver gettato i corpi senza vita dei genitori nelle acque del fiume Adige all'altezza del ponte di Vadena, il figlio è stato condannato a 3 anni di reclusione. Per Benno Neumair anche un anno di isolamento diurno e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

I legali di parte civile Carlo Bertacchi ed Elena Valenti sostengono che il percorso richiesto da Benno non è praticabile anche perché "Benno non si è mai pentito". Nelle prossime ore è attesa la decisione della Corte presieduta dalla giudice Silvia Monaco oltre al giudice a latere Oswald Leitner e a sei giudici onorari (tre uomini e tre donne).

Secondo la nuova disciplina introdotta con la Riforma Cartabia, per giustizia riparativa si intende «ogni programma che consente alla vittima del reato, alla persona indicata come autore dell’offesa e ad altri soggetti appartenenti alla comunità di partecipare liberamente, in modo consensuale, attivo e volontario, alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato, con l’aiuto di un terzo imparziale, adeguatamente formato, denominato mediatore».

I programmi si svolgono presso i Centri per la giustizia riparativa, e possono essere richiesti per ogni tipo reato, a prescindere dalla sua gravità. La richiesta può essere presentata in ogni stato e grado del procedimento. Ampio potere è affidato al giudice, il quale può disporre con ordinanza, l’invio dell’imputato e della vittima presso i Centri su richiesta delle parti o d’ufficio, qualora reputi che lo svolgimento di un programma riparativo possa essere utile alla risoluzione delle questioni derivanti dal fatto per cui si procede e non comporti un pericolo concreto per gli interessati e per l’accertamento dei fatti. Le parti partecipano al programma riparativo solo con il loro consenso libero, consapevole, informato ed espresso in forma scritta.