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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio
Sabato scorso a Palermo, a margine del suo intervento al 36esimo congresso dell’Associazione nazionale magistrati, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ammesso ai cronisti: «In questo momento si stanno affollando provvedimenti di vari tipi, siamo in campagna elettorale e questo riduce di molto le possibilità di riunione del Parlamento e dello stesso governo. Quindi, per quanto riguarda i tempi per la riforma della separazione delle carriere, non ho una data».
Queste parole - oltre a rafforzare le ipotesi rilanciate dall’onorevole Davide Faraone, per cui «FdI non vuole la separazione delle carriere», e da Enrico Costa, responsabile giustizia di Azione, secondo il quale «questa norma non vedrà mai la luce perché non ci sono le intenzioni e sicuramente mancano i tempi» - mettono in allarme Forza Italia che della riforma vorrebbe fare un cavallo di battaglia in vista delle elezioni europee di inizio giugno. Come ci spiega il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Fi in commissione Giustizia di Palazzo Madama, «da quanto ne sappiamo a Via Arenula stanno ancora lavorando sul ddl costituzionale».
Qualora la riforma non dovesse approdare in Consiglio dei ministri prima dell’appuntamento elettorale «noi non saremmo certamente contenti. Non erano questi gli accordi. Si tratta di una nostra storica battaglia e il fatto che vi venga posto un freno ci pone dei problemi anche davanti ai nostri elettori». Il senatore comunque amplia lo sguardo delle riforme: «Abbiamo assistito a un generale rallentamento dell’azione di governo sulla giustizia nelle ultime settimane». Zanettin ha «trovato sorprendente, per esempio, che non sappiamo ancora quando verrà approvato alla Camera il testo del ddl Nordio (quello che contiene modifiche su abuso d’ufficio, traffico di influenze, intercettazioni a tutela della riservatezza del terzo estraneo al procedimento, contraddittorio, collegialità e misure cautelari, inappellabilità delle sentenze di assoluzione, ndr). Poi c’è tutto il pacchetto sulle intercettazioni e sequestro smartphone, che abbiamo licenziato al Senato, ma ancora non abbiamo visto calendarizzato alla Camera; ora dobbiamo portare in Aula a Palazzo Madama il testo sulle intercettazioni a 45 giorni, ma anche in questo caso non c’è una data. Quindi siamo parecchio meravigliati da questo stallo, che non è nelle nostre corde».
Ovviamente Forza Italia si aspettava che tutte queste riforme prendessero una accelerata prima delle Europee, ma l’evidenza sconfessa i desiderata. Tuttavia gli azzurri non resteranno a guardare, assicura Zanettin: «Sicuramente faremo il massimo di pressione sul governo; però, per quanto riguarda le riforme in Parlamento, non abbiamo oggettivamente molti slot a disposizione, se solo pensiamo che l’ultima settimana prima delle elezioni le Aule tradizionalmente non lavorano». Per quanto concerne invece la riforma della separazione delle carriere aggiunge Zanettin: «La convocazione di un Cdm è più snella, avendo meno formalità. In teoria il testo potrebbe anche arrivare sul tavolo, anche se la riforma si sta molto arricchendo sul piano dei contenuti». Zanettin aggiunge: «Noi abbiamo nel governo il vice ministro Sisto, però non dovrebbe escludersi un percorso di consultazione con i gruppi parlamentari. Tuttavia al momento non sono in grado di dire nulla perché è ancora tutto in mano al legislativo di via Arenula».
Effettivamente in commissione Affari costituzionali della Camera giacciono quattro pdl di riforma sul tema, che si basano sulla proposta di iniziativa popolare dell’Unione camere penali, tutte incentrate sulla separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente e sul Csm. Adesso, da quanto appreso, si vorrebbe inserire altro: il sorteggio per i membri del governo autonomo, l’Alta Corte come secondo appello per il disciplinare, l’avvocato in Costituzione. Tutte questioni che necessitano di un maggior approfondimento e di più tempo per l’elaborazione.
Come ci dice un altro esponente di Forza Italia, che però vuole rimanere anonimo, «possiamo anche essere d’accordo sull’Alta Corte, ma fino ad oggi non c’è stato alcun dibattito politico. Ad esempio ci chiediamo da chi debba essere composta. Teniamo conto che c’è un progetto della Bartolozzi (ora capo di Gabinetto del Ministro, ndr) presentato la scorsa legislatura, poi c’è quello dell’attuale vice presidente del Senato, la dem Anna Rossomando. E ancora: il sorteggio puro per i membri del Csm sarebbe una forzatura, anche costituzionale, mentre quello temperato potrebbe rappresentare un buon punto di mediazione». Sulla possibilità che il testo vada in Cdm prima dell’estate la fonte parlamentare ha proseguito: «È possibile ma non è che il governo può fare da solo questa riforma. Sarebbe opportuno sentire i partiti di maggioranza prima di arrivare al Consiglio dei ministri».
Il rischio quindi è che tra le Europee da un lato e la richiesta, soprattutto da parte di Forza Italia, di discutere nel dettaglio ogni singolo punto della riforma che va via via ampliandosi dall’altro lato si possa arrivare a settembre per conoscere finalmente il testo normativo del ddl costituzionale.