«Gli avvocati che difendono il clan Moccia vengono profumatamente pagati. È legittimo, però lancio una provocazione: se facessimo una legge per cui i camorristi o presunti tali invece di poter spendere milioni di euro per i processi di camorra venissero assistiti a rotazione da avvocati con un tabellario? Scommettiamo che tanti di questi non farebbero più questo tipo di attività? Sarebbe bello fare una norma per cui se sei accusato di camorra hai diritto alla difesa ma non puoi spendere 10 milioni di euro per tre avvocati». A lanciare questa singolare proposta è stato un parlamentare: Francesco Emilio Borrelli di Avs.

Lo ha fatto due sere fa dalla sua pagina Facebook attraverso un video con cui - in un mix di vittimismo, complottismo, autocelebrazione e analfabetismo costituzionale - ha rilanciato il suo attacco contro l’avvocato Rosario Marsico, reo di difendere i camorristi, e contro quella «casta» di avvocati che guadagnano soldi assistendo i presunti malavitosi senza però mai «fare una nota contro il malaffare» e anzi cercando in ogni modo di colpire la sua attività per la legalità perché loro, come il clan Moccia, vedrebbero in lui «un nemico da abbattere, io sono un baluardo. Non a caso gli avvocati del clan Moccia danno il patrocinio a chi mi querela».

Per Borrelli in pratica una persona accusata di criminalità organizzata, quindi non colpevole fino a sentenza definitiva in base all’articolo 27 Cost., non potrebbe scegliersi l’avvocato, che gli verrebbe quindi assegnato dopo un sorteggio a tariffa bloccata.

Ma non è finita qui. Dice ancora Borrelli: «Tra i miei migliori amici ci sono tutti avvocati ma allo stesso tempo conosco molto bene di cosa sono capaci alcuni di quegli uomini, i più corrotti, quelli che in nome della legge possono fare le peggiori porcate. E io combatterò sempre quelli che tentano con un cavillo di salvare un delinquente». Eppure quel cavillo rappresenta la legge, le nostre regole processuali, quelle che si è dato uno Stato di diritto e che dovrebbero essere note ad un deputato della Repubblica. E ancora: «Ovviamente non tutti i giudici e gli avvocati sono sbagliati ma quelli collusi e corrotti purtroppo non vengono emarginati», dice Borrelli.

Sta forse ipotizzando che i giudici che assolvono i camorristi siano corrotti? L’Anm ha qualcosa da dire? Domani intanto il Coa di Napoli si riunirà per decidere che fare in merito. Sul tavolo, da quanto appreso, anche una nota di chiarimento inviata dal deputato Avs, che tenta una marcia indietro affermando che considera «l’Avvocatura» una «garanzia imprescindibile per la tutela dei diritti dei cittadini» e che nelle sue parole «non c’era finalità denigratoria» verso la Camera Penale di Napoli. Ha poi aggiunto di non aver mai considerato i penalisti «soggetti contigui alla criminalità organizzata». Peccato che nel video abbia chiaramente parlato di «avvocati di camorra».

Intanto Rosario Marsico ha già presentato querela contro di lui: «Il sig. Borrelli ha affermato che avrei tessuto una rete in Procura (non è dato intendere in che cosa tale rete consista) e che l’avrei affiancato (circostanza assolutamente non vera, come può verificarsi dalla visione del primo video) per lanciargli un messaggio proveniente da lontano senza specificare da dove questo messaggio sarebbe partito per mio tramite. Affermazioni fortemente diffamanti, infondate e intollerabilmente inaccettabili». Inoltre, ci dice Marsico, «io difendo chiunque a me si rivolga ed è falsa, pertanto, l’affermazione secondo cui difenderei solo soggetti legati alla criminalità organizzata che pure, sia chiaro, talvolta difendo perché a tutti la Costituzione garantisce il diritto di difesa e tutti hanno il diritto di rivolgersi all’avvocato che preferiscono senza ricorso alcuno a tabelle».

A Marsico è arrivata ancora la solidarietà del Coa di Torre Annunziata e del Coordinamento delle Camere penali della Campania. E pure il partito di Borrelli starebbe prendendo la questione di petto. Della polemica sarebbe stato investito direttamente Angelo Bonelli per capire il da farsi, visto che queste azioni di Borrelli getterebbero cattiva luce su tutta l’attività del gruppo parlamentare che si è sempre battuto ad esempio per l’inserimento dell’avvocato in Costituzione.