Spunta la bozza di un’intesa: Kiev fuori dalla Nato? E Biden è convinto: «Economia russa al collasso»

Per Joe Biden l’economia russa «è al collasso» e le sanzioni dell’Occidente porteranno se non a una sconfitta militare in Ucraina a un ridimensionamento delle ambizioni di Mosca. Non sappiamo se quello del presidente Usa sia un augurio o un analisi dei fatti, di certo il pacchetto di ritorsioni monstre rischia di strangolare per anni l’economia della Russia. Intanto la guerra e la diplomazia vanno avanti sul doppio binario.

Il presidente ucraino Zelensky ha visto sul tavolo di negoziazione tra le delegazioni di Mosca e Kiev dei progressi che ' sembrano più realistici'. Le parti infatti hanno continuato a parlare e si sono moltiplicate le voci che lasciavano intendere un'intesa, se non probabile, almeno non impossibile.

A stretto giro di posta è arrivata la risposta di Mosca. ' Chiedete alla parte ucraina se è diventata più realistica, meno distaccata dalla realtà', ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Non certo un tono conciliante al quale però si è contrapposto quello molto più ottimistico usato dal ministro degli esteri Lavrov secondo il quale una serie di punti tra cui lo status neutrale di Kiev e le richieste garanzie di sicurezza, stavano ' per essere concordati'.

' Lo status neutrale è ora seriamente sul tavolo delle discussioni insieme, ovviamente, alle garanzie di sicurezza. Questo è esattamente ciò che ha chiesto il presidente Vladimir Putin a febbraio, in una delle sue conferenze stampa: garanzie di sicurezza generalmente accettabili per l'Ucraina e per tutti i Paesi, inclusa la Russia, con l'esclusione dell'espansione della Nato'. Così il responsabile della diplomazia del Cremlino ha illustrato la posizione russa per poi aggiungere: ' ora questo è ciò di cui si discute nei colloqui, ci sono formulazioni assolutamente specifiche, che, secondo me, sono prossime a essere concordate'.

Lavrov non ha nascosto che permangono distanze significative e che la questione non si ferman alla sola neutralità. In ogni caso si è trattato di un punto di partenza concreto che nel corso della mattinata di ieri è stato ulteriormente precisato. A questo punto però le versioni di Mosca e Kiev divergono. Secondo i russi infatti sono stati gli ucraini a proporre un modello di neutralità tipo quella austriaca o svedese. Secondo il capo delegazione Medinsky ' L'Ucraina offre una versione austriaca e svedese di Stato neutrale demilitarizzato, ma allo stesso tempo uno Stato che ha un proprio esercito e forze navali'.

Il risultato è stata la marcia indietro di Zelensky, come se la proposta fosse arrivata invece da Mosca stessa. In ogni caso si è arrivati al punto centrale di una possibile trattativa che non può escludere anche lo status della Crimea e del Donbass. Il Financial Times poi si è spinto fino a rivelare che esisterebbe una bozza di accordo in 15 punti già stilata.

Ma Zelensky ieri è stato protagonista anche nel pomeriggio quando si è collegato con il Congresso degli Stati Uniti, tornando a chiedere una no fly zone pur sapendo che è una richiesta non ricevibile, in alternativa l'invio di armi antimissile e jet da guerra. Per il momento Biden martedì impegnerà altri 800 milioni di dollari per un nuovo pacchetto di aiuti militari, compresi proprio missili anticarro e sistemi antiaerei. Ciò si aggiungerà ai 350 milioni di dollari dati dall'inizio del conflitto.

Dopo il viaggio dei premier di Polonia, repubblica Ceca e Slovenia a Kiev, Varsavia ha rilanciato un'ulteriore iniziativa chiedendo una missione di pace della Nato protetta da forze armate. ' Questa non può essere una missione disarmata' - ha affermato il vicepremier Jaroslaw Kaczynski -' Penso che serva una missione di mantenimento della pace della Nato, o anche di una struttura internazionale più ampia, ma una missione che sappia difendersi e che operi sul territorio ucraino, che sarà in questo Paese con l'accordo del presidente e il governo dell'Ucraina e non sarà una missione indifesa. Si adopererà per la pace, per fornire aiuti umanitari, ma allo stesso tempo sarà protetto da forze appropriate'. Da parte europea e Nato è arrivato un no secco.

Sul fronte si continua a combattere e a morire. Bombardamenti ancora su Kiev e Kharkiv, la seconda città dell'Ucraina. A Mariupol drammatica la situazione di chi vuole lasciare la città assediata, i convogli di auto che partono sono esposti al rischio di essere bersagliati dai colpi di artiglieria. Secondo i media ucraini 10 persone sarebbero state uccise dai russi mentre facevano la fila per il pane nella città settentrionale di Chernihiv. A sud Odessa si è svegliata con il rumore di un cannoneggiamento proveniente dalle navi russe in mare. La guerra dunque si avvicina alla costa.