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LA GIORNATA DI GUERRA
A LAVROV VOLA AD ANKARA. SEVERODONETSK COME MARIUPOLD
Ieri finalmente è arrivato il giorno della visita del ministro degli esteri russo Lavrov in Turchia in uno dei pochi tavoli diplomatici rimasti in piedi dall’inizio dell’invasione russa Al centro dei colloqui lo sblocco dei porti sul mar nero per far uscire i cargo con i carichi di grano diretti in tutto il mondo. Gli scali marittimi sono occupati dai russi e altri sono stati minati dagli ucraini, una situazione che al momento impedisce qualsiasi trasporto.
A sorpresa però, anche se le voci in questo senso si rincorrono da giorni, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, durante una conferenza stampa congiunta ad Ankara con l'omologo russo ha fatto sapere che esiste una qualche possibilità di un negoziato, per il cessate il fuoco, tra Mosca e Kiev.
Né Lavrov né Cavusoglu hanno rivelato i possibili termini per un ipotetico tavolo di trattative ma il premier turco esibisce grande ottimismo. Al momento anzi esiste solo una reazione giunta da Mosca che esclude questa ipotesi anche se si riferisce ad un incontro diretto tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Lo stesso Lavrov non ha usato toni morbidi nei confronti del presidente ucraino: ' Per quanto riguarda un incontro tra il signor Zelensky e il presidente russo, abbiamo spiegato in più occasioni che Zelensky sta cercando un incontro fine a se stesso, è volubile come il vento. Ha ripetuto più volte che avrebbe tenuto dei colloqui e che i colloqui sarebbero ripresi solo se i contingenti russi fossero stati riportati sulla linea che esisteva il 24 febbraio. Questo approccio non è assolutamente serio, inoltre è in contrasto con le iniziative presentate dalla delegazione ucraina a Istanbul il 29 marzo'.
Si tratta con tutta evidenza di schermaglie iniziali il cui esito finale è altamente incerto. Diversa la questione relativa allo sminamento dei porti. Era chiaro che non si sarebbe giunti ad un accordo totale e fattivo anche se non mancano alcuni elementi che potrebbero far ben sperare. Dallo scalo di Berdyansk infatti si prevede che alla fine della settimana potranno partire navi cariche di grano, cio avverra dopo lo sminamento delle acque. Lo ha reso noto Vladimir Rogov, membro del consiglio direttivo dell'autoproclamata amministrazione locale ( separatisti ndr.): ' Tutto è pronto per la spedizione del carico, e probabilmente il grano partirà per primo. In realtà qui c'è molto grano, tutti gli elevatori sono pieni'. Ma le difficoltà per arrivare ad una conclusione positiva sono molte. L'Ucraina infatti è ferma su un punto in particolare: adeguate assicurazioni che qualsiasi percorso sicuro e sminato non sia utilizzato dalla Russia per organizzare altri attacchi. La possibilità e che potrebbe affidarsi alla marina turca per controllare i canali che potrebbero essere istituiti nelle prossime settimane.
La posizione russa è praticamente speculare, Mosca infatti afferma che non attaccherà se proprio l'Ucraina inizierà un opera di sminamento. Ad Ankara Lavrov ha così affermato: ' Siamo pronti a lavorare per mettere in sicurezza l'uscita delle navi dai porti dell'Ucraina, siamo pronti a collaborare con i nostri omologhi turchi su questo'. Rimane da vedere se sono fondati gli ottimismi turchi che ritengono Kiev pronta a collaborare alla bonifica dei tratti di mare. Nessun accordo dunque ma solo un primo passo che porta ad un nuovo negoziato.
Sul campo di battaglia invece continua ad avere i riflettori puntati la lotta per il controllo di Severodonetsk. Pesanti combattimenti sono continuati per tutta la giornata di ieri. Gli ucraini sembrerebbero in difficoltà nel fronteggiare l'arsenale di fuoco impiegato dalle truppe russe. L'intelligence militare britannica afferma che le difese dell'Ucraina stanno ' tenendo', ma la situazione è particolarmente difficile. Come dimostrano i due ospedali colpiti nella città, uno dei quali aveva dipinta sul tetto una grande croce rossa. Severodonetsk dunque si avvia a diventare una seconda Mariupol, e a questo proposito i media statali russi hanno riferito che più di 1000 combattenti ucraini che si sono arresi sono stati trasferiti in Russia per le indagini.