Due cavalli di battaglia della campagna leghista ( e anche cinquestelle) anti immigrati e anti Pd si sono clamorosamente afflosciati in questi ultimi giorni e mesi. Si tratta dei casi politici di Bibbiano e di Riace. Il primo, ricorderete, è quello dello scandalo dei “bimbi strappati ai genitori” in Emilia Romagna, con la complicità dei tribunali dei minori, di assistenti sociali e del sindaco Carletti, che li avrebbe favoriti.

Ha sollevato un’indignazione senza confini e pronunciato sentenze senza appello, prima di ogni accertamento di verità. Le indagini del Tribunale dei minori e della Commissione regionale, corroborati da cifre e statistiche, hanno invece appurato che non c’era scandalo, che i casi sospetti erano sei su cento, che non c’erano state sevizie, insomma che «Angeli e Demoni» era una sorta di fiction. Una campagna mediatica pompata da politici sia sui social che in Parlamento: parlateci di Bibbiano. Il tam tam orchestrato dai siti web teleguidati ha fatto sì che fake news diventassero verità.

Succede ormai dappertutto e da anni. Il sindaco è stato arrestato, spedito ai domiciliari e finalmente liberato dalla Cassazione: non c’erano motivi per privarlo della libertà. L’altro sindaco, quello di Riace, Mimmo Lucano, fu preso di petto dal ministro dell’Interno, Salvini nel 2018: «Con me l’immigrazione di massa non sarà più un affare, la pacchia è finita».

Arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, Mimmo Lucano è stato allontanato con un «divieto di dimora».

Un sindaco leghista ha poi preso il suo posto. Ma era ineleggibile ed è stato dichiarato decaduto. La Cassazione e il gip hanno smontato le accuse a Lucano: «Non ha compiuto alcuna irregolarità nell’assegnazione degli appalti né ci sono elementi per dire che abbia favorito presunti matrimoni di comodo».

Cosa resta di questi due casi divenuti emblema di durissime battaglie politiche? Purtroppo tutto. Perché il gioco al massacro è proprio questo: quando i tribunali ristabiliscono la verità, ti assolvono, ti riabilitano, il danno resta intatto e non è più risarcibile. Gli accusatori senza prove non possono essere puniti, intanto i voti li hanno presi, i social e il web continuano imperterriti a riproporre presunti e fasulli illeciti come verità accertate, sulle “colpe” dei sindaci ci sono tonnellate di articoli, sulla loro innocenza qualche riga delle sentenze.

L’indignazione resta identica, Bibbiano è uno scandalo, poveri bambini. E nessuno dirà mai: ci siamo sbagliati.