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Un altro barcone con 100 persone a bordo è in avaria a 60 miglia da Misurata. A lanciare l'allarme è Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico, gestito da volontari, utilizzato per segnalare imbarcazioni in difficoltà. «Roma e Malta ci dicono di rivolgerci a Tripoli come autorità responsabile. Finora, non abbiamo ricevuto alcuna risposta da Tripoli. Non possiamo nemmeno confermare che abbiano ricevuto il nostro messaggio. Abbiamo iniziato a chiamare tutti i numeri telefonici conosciuti, finora senza successo». È il tweet con cui Alarm Phone fa il punto sulla richiesta di soccorso, indirizzata alle autorità libiche. «Abbiamo chiamato diverse volte i 6 diversi numeri della guardia costiera di Tripoli. Non sono raggiungibili. Ma esistono?», si legge in un altro tweet Alarm Phone. «Abbiamo informato Malta e Italia ci questo e abbiamo ricevuto da Roma un settimo numero, ma anche questo non va. Al momento nessuna autorità ci ha confermato il coordinamento Sar». L'imbarcazione sarebbe in seria difficoltà e chi lancia l'Sos parla di una situazione sempre più difficile da gestire a bordo. «Abbiamo sempre più difficoltà a calmare le persone. Sollecitiamo le autorità a decidere chi è responsabile, un’autorità capace di coordinare le operazioni di ricerca e soccorso e che rispetti il diritto internazionale. È inaccettabile che la legge venga violata e che la gente venga lasciata morire per giochi politici». La nuova richiesta d'aiuto arriva all'indomani del naufragio, avvenuto a largo delle coste libiche, costato la vita a 117 persone. Poche ore prima dell'allarme era toccato ai due vicepremier commentare l'ennesima notizia di una strage in mare. «Sui morti in mare vedo molte lacrime di coccodrillo», fa sapere il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. «Se vogliamo continuare a parlare di effetti continuiamo a parlare della retorica sui morti in mare, che ovviamente è una tragedia e hanno tutto il mio cordoglio. Ma io ho smesso di fare l’ipocrita parlando come gli altri solo degli effetti e ho deciso di cominciare a parlare delle cause. Se oggi noi abbiamo della gente che parte dall’Africa è perché alcuni paesi europei con in testa la Francia non hanno mai smesso di colonizzare l’Africa», è la tesi del vice premier pentastellato. «Ci sono decine di stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella si finanzia il debito pubblico francese. Se la Francia non avesse le colonie africane, che sta impoverendo, sarebbe la 15esima forza economica mondiale invece è tra le prime proprio grazie a quello che sta combinando in Africa», insiste il ministro del Lavoro, proseguendo nella sua polemica con Macron alla vigilia delle elezioni europee. «L’Ue dovrebbe sanzionare tutti quei paesi come la Francia che stanno impoverendo gli stati africani e stanno facendo partire quelle persone: il luogo degli africani è in Africa e non in fondo al mare». Il collega e socio di governo Matteo Salvini punta il dito, invece, contro le Ong, un classico della campagna leghista. «Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle Ong che non rispettano regole e ordini», scrive il ministro dell'Interno si Facebook. «Quanto a certi sindaci e governatori di Pd e sinistra anziché denunciare la presunta violazione dei “diritti dei clandestini”, dovrebbero occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro lo stipendio. Sbaglio?»