La riforma della giustizia sarà scandita in tre fasi, ha detto ieri il ministro della Giustizia Carlo Nordio rispondendo a una interrogazione del deputato di Azione Enrico Costa, che gli chiedeva conto di tutte le riforme annunciate ma ancora non formalizzate e dei loro tempi di attuazione. «Un momento breve, che scadrà, potrei dire, la prossima settimana, un momento medio-breve, che dovremmo fissare alla fine dell’anno, e un periodo medio- lungo per le riforme che richiedono procedure più complesse», ha precisato il guardasigilli.

Per quanto riguarda la scrittura dei decreti attuativi della riforma del Consiglio superiore della magistratura e dell’ordinamento giudiziario, che indiscrezioni giornalistiche hanno ipotizzato come sabotata dai magistrati fuori ruolo, il responsabile di via Arenula ha detto che i principi ispiratori della riforma Cartabia «sono pienamente condivisi dal governo», quindi «costituisce ferma volontà» dell’esecutivo «esercitare la delega, con gli opportuni correttivi che riterremo di apportare, nel più breve tempo possibile». Il ministro ha poi abuso di ufficio e traffico di influenze. «A medio termine saranno presentati gli altri che abbiamo enunciato nel nostro cronoprogramma, non abbiamo qui il tempo adesso», ha lasciato correre. Mentre a medio lungo tempo si è soffermato sulle riforme concernenti il Consiglio superiore della magistratura e la separazione delle carriere. Se parlando in Aula ha detto che siccome «queste riforme esigono una revisione costituzionale» quindi «non sono di facile e di breve attuazione», nella versione cartacea distribuita ai deputati c’è scritto che un articolato disegno di legge sarà presentato tra settembre e dicembre. Nordio ha tenuto a dire che «è nostra fermissima intenzione anche dopo i doverosi consulti con le parti interessate quindi soprattutto la magistratura, l’avvocatura e il mondo accademico, di portarle a compimento».

«Le leggi vengono discusse e approvate in Parlamento, i contributi sono tutti utili, tutti degni di essere ascoltati, ma nessuno può – sottolineo, nessuno può condizionare quella che è la volontà sovrana, la maggioranza espressa dal popolo con un programma definito». Un messaggio all’Anm? Nella sua replica Costa ha detto: «Per quanto concerne la prescrizione basta che il governo dica sì ad un nostro emendamento ad un decreto per far rivivere la prescrizione Orlando e sospendere la riforma targata Bonafede; sulla separazione delle carriere credo sarebbe meglio lasciare operare il Parlamento in merito alla proposta di legge dell’Unione Camere penali che noi ed altri abbiamo riproposto. Questo è importante: consentirebbe di andare avanti e poi il governo potrà emendare, senza rimanere fermi in Commissione Affari Costituzionali in attesa del ddl governativo».