È iniziato a Genova, nella caserma della Guardia di finanza a Molo Giano, l'interrogatorio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti dal 7 maggio ai domiciliari con l'accusa di corruzione. Accompagnato dall'avvocato Stefano Savi, il governatore ligure - che continua a sostenere la sua innocenza - risponderà ai pm Luca Monteverde e Federico Manotti. Il luogo dell'interrogatorio è rimasto 'top secret' fino alla fine per cercare di evitare l'assalto dei tanti giornalisti che raccontano l'inchiesta che ha provocato un terremoto nella politica ligure. 

Perché Toti è stato interrogato dopo due settimane

Tutti, a cominciare dal Dubbio, si sono chiesti come mai Toti sia stato interrogato dopo due settimane dalla notifica dell’ordinanza di custodia cautelare. Il rallentamento poteva sembrare un semplice piccolo dispetto, dal momento che il governatore, impossibilitato a leggere ottocento pagine di ordinanza di custodia cautelare in 48 ore, si era sottratto all’interrogatorio di garanzia da parte del gip, come previsto dalla legge che consente all’indagato di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Il secondo motivo poteva essere che nel frattempo il moscone inquisitore ha potuto continuare a ronzare intorno al governatore. Lungo due filoni di indagine. La prima consiste nelle audizioni di persone informate sui fatti, e a oggi sono già 14, che devono dire la verità a rischio di poter essere incriminate per false dichiarazioni al pm. Qualcuna delle quali, come per esempio la segretaria di Giovanni Toti, Marcella Mirafiori, non è indagata, per ora, ma è considerata figura importante nella ricerca di fondi per le campagne elettorali, tanto che i suoi cellulari sono stati sequestrati.