LA MORTE DI DE BENEDETTO

Walter De Benedetto, morto a 50 anni nella sua Arezzo per un arresto cardiaco, era diventato simbolo della battaglia per la cannabis terapeutica, mettendo la sua malattia e il suo corpo a disposizione di una battaglia di civiltà. Nel 2019 De Benedetto, affetto da artrite reumatoide, era finito sotto processo dopo che i carabinieri avevano trovato al suo domicilio una serra per la coltivazione della cannabis. Lui aveva spiegato che la dose consentita per legge non era sufficiente a lenire i dolori lancinanti che la malattia gli provocava. Accusato di coltivazione illecita di cannabis, era stato assolto nel 2021.

Sostenuto da” Meglio Legale” e dall’associazione “Luca Coscioni”, Walter De Benedetto si era più volte appellato alla politica: in vista del suo processo si era rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella sua ultima lettera, lo scorso 17 marzo 2022, al presidente della Camera Roberto Fico, alla ministra Fabiana Dadone e al presidente della commissione Giustizia Mario Perantoni sollecitava la risposta del Parlamento davanti alla proposta del ddl sulla coltivazione domestica, ancora oggi in discussione in commissione Giustizia scriveva: «Ci sentiamo scoraggiati perché sembra che il nostro Stato preferisca lasciare 6 milioni di consumatori nelle mani della criminalità organizzata anziché permettergli di coltivarsi in casa le proprie piantine» e concludeva, come sempre: «Il dolore non aspetta».

E il presidente della Camera Fico su Fb ha scritto: «Le sue battaglie sulla cannabis terapeutica sono battaglie di civiltà. Le istituzioni hanno il dovere di fornire risposte davanti a un tema delicato e sentito che riguarda tante persone» Riccardo Magi, deputato e Presidente di + Europa, Fb ha affidato a Fb il suo pensiero: «Riposa in pace caro Walter, continueremo a lottare per gli stessi obiettivi, a partire dalla mia proposta sulla coltivazione domestica, che proprio ora è in discussione in Commissione Giustizia e che ti avrebbe evitato un processo e tante preoccupazioni».

Mario Perantoni M5S lo ricorda così: «A lui va la nostra riconoscenza per essere stato protagonista di una battaglia di civiltà che ancora non abbiamo vinto. Anche nel suo ricordo proseguiremo le nostre azioni per una legge più moderna sulla cannabis terapeutica», Antonella Sodo, coordinatrice di “Meglio legale” lo ricorda così: «Con il suo coraggio è riuscito a portare il tema della cannabis terapeutica, e di tutte le difficoltà in cui incorrono i pazienti che ne fanno uso, all’attenzione dell’opinione pubblica. Da vero leader gentile ha fatto della sua sofferenza una battaglia di e per molti. Noi continueremo la sua e la nostra lotta con maggiore forza e determinazione, come lui ci ha insegnato».

De Benedetto si era speso anche sull’eutanasia. Tanti i messaggi nella sua bacheca tra questi quello di Marco Cappato. «La prima volta che sono stato a casa di Walter - scrive Marco Cappato- era perché voleva parlare del suo fine vita. Da allora, invece, ha scelto di battersi come un leone contro l’idiozia e la violenza di uno stato che l’ha portato alla sbarra perché si doveva curare con la cannabis. Ha vinto la sua battaglia processuale, non abbiamo fatto in tempo a vincere con lui in Parlamento o col referendum la battaglia politica per la legge. Andiamo avanti, anche in sua memoria. Grazie Walter».

E Rita Bernardini su Fb cita Marco Pannella: “Noi siamo pronti ad andare in galera, ad essere condannati dal potere e dalla stessa gente ingannata; oggi o domani. Ma chi sia colpevole, se noi o loro, la loro stessa coscienza lo sa bene”.