IL CORSIVO

«Alla fine paga la linearità e la serietà: vinciamo perché la responsabilità è più importante di tutto». Enrico Letta si gode il momento di gloria dopo la vittoria del campo largo ai ballottaggi. La conquista di Verona, Parma, Catanzaro e Piacenza fa tirare un sospiro di sollievo al Nazareno e mette di buonumore le truppe dem, convinte che il capitale accumulato nei Comuni possa essere un tesoretto da reinvestire alle Politiche per battere le destre. E anche se il Palazzo municipale di Cuneo non comunica con Palazzo Chigi, Letta dà per scontato che il risultato elettorale alle Amministrative rafforzi di fatto il governo Draghi ( di cui fanno però parte anche gli sconfitti, Fratelli d'Italia escluso).

Pazienza. Il segretario del Pd non riesce a non cadere nel fatidico errore del giorno dopo: il giorno prima tutti a specificare che non si possono sommare pere e mele, che il voto nelle città non può essere mai confuso con un test nazionale, ma a successo acquisito tutti a stappare bottiglie convinti di avere ipotecato almeno tre ministeri di peso nel prossimo governo. Le cose, ovviamente, non stanno esattamente così e un segretario esperto come Letta lo sa benissimo. Eppure non riesce a trattenere l'entusiasmo. «Questo risultato ci rafforza in vista del futuro, della costruzione di un centrosinistra che sia vincente anche a livello nazionale per le Politiche dell’anno prossimo», dice, aprendo da subito il cantiere per tenere insieme un campo largo capace di vincere ovunque. Impresa tutt'altro che semplice, visto che pochi minuti dopo la chiusura delle urne Carlo Calenda è tornato a parlare di percorso solitario per Azione e + Europa, incompatipili col Movimento 5 Stelle, e Matteo Renzi ha ripreso a rimarcare il ruolo decisivo del centro.

Ognuno a piazzare la propria bandierina, tutti a omettere il dato più importante: solo il 42 per cento degli aventi diritto si è recato al seggio.

Il restante 58 è rimasto a casa, ma alle Politiche potrebbe scegliere di votare e ribaltare i pronostici. Insomma, Enrico non stia troppo sereno.