STRASBURGO

C’è un posto nel mondo dove il Pd di Enrico Letta e l’estrema destra di Giorgia Meloni vanno a braccetto. Non è il Parlamento italiano ( almeno non ancora), ma quello di Strasburgo, dove le due parti ieri hanno avuto lo stesso comportamento durante un voto sulle politiche ambientali. I Conservatori, famiglia della quale Meloni è presidente, volevano norme più morbide verso le imprese, i Socialisti ( gruppo di riferimento del Pd in Europa), norme più stringenti. E così, di fronte a un emendamento che cercava di inasprire ulteriormente i costi per le imprese rispetto all’accordo trovato in commissione Industria, i due gruppi hanno votato contro, facendo tornare il testo al punto di partenza. Per poi rinfacciarsi a vicenda l’accaduto, con Carlo Calenda a fare da intrattenitore della contesa. «Figuraccia di Enrico Letta - scrive Meloni su twitter - i Socialisti hannp affossato uno dei provvedimenti principali del pacchetto: è la dimostrazione che l’approccio ideologico della sinistra finisce per danneggiare non solo l’economia ma anche la difesa stessa dell’ambiente». Ma Letta la pensa all’opposto. «Le destre italiane protagoniste in negativo in Europa - ribatte il segretario dem - Con i loro emendamenti hanno ottenuto di affossare il piano contro il cambiamento climatico: noi per il green, le destre per il nero fossile».

Tweet ripreso da Calenda, che rimprovera Letta di aver votato come Meloni. «La scelta è stata talmente folle che una larga parte della delegazione italiana si è astenuta e Tinagli ( eurodeputata dem e vicesegretaria del Pd, ndr) ha votato a favore insieme a Renew e Ppe - ragiona il leader di Azione - Avete votato come le destre: opposti estremismi che non portano a nulla».