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Ad Alice nella città, sezione autonoma e indipendente della Festa del Cinema di Roma, da due giorni i film italiani si dedicano alle favole.
Inizia Lorenzo Mattotti che con La famosa invasione degli orsi in Sicilia, tratto dal romanzo di Dino Buzzati del 1945, realizza la sua opera prima di connubio tra poetica illustrativa e capolavoro di animazione. Da Un certain regard di Cannes dove quest’anno Mattotti era l’unico italiano, un film che ha due versioni, una classica francese e una nostrana, più giocosa, da commedia dell’arte, fatta di un lavoro sui dialetti resa possibile grazie al contributo di grandi attori e figure importanti del panorama creativo italiano: Toni Servillo, voce del re orso Leonzio, Antonio Albanese, il cantastorie Gedeone, Corrado Guzzanti nel ruolo di Salnitro e infine una commovente interpretazione di Andrea Camilleri in veste di il Vecchio Orso.
Trasporre Buzzati sul grande schermo è sembrata la scelta più naturale per Lorenzo Mattotti : «Buzzati fa parte delle mie colonne culturali. Mi ha influenzato nel raccontare, dal disegno al modo di inventare leggende. Si gioca con gli archetipi e storie antiche. E' parte del mio DNA. Mi è venuto naturale pensare al suo libro per ragazzi». Dopo Zanna Bianca, Il Libro della Giungla e Il Piccolo Principe, Toni Servillo risulta essere sempre più a suo agio nel dar voce e spessore a personaggi animati. Di questa nuova abilità racconta: «Sono opportunità che cogli valutando la qualità. Non mi considero un doppiatore, è un mestiere difficile che rispetto, mi viene chiesto di dare la mia voce, questo personaggio mi offriva l'opportunità di fare qualcosa di diverso. Non credo di avere una carriera nell'animazione, ma se arrivano progetti di questa natura, li accetterò con piacere. Tre giorni prima di andare in sala di doppiaggio ho visto gran parte del film, abbiamo fatto delle prove, poi abbiamo registrato». Mattotti con La Famosa Invasione
degli Orsi in Sicilia sottolinea l’universalità dei temi affrontati nell’inizio dopoguerra da Buzzati e gli dona nuova poetica con la delicatezza, l’ironia, la dolcezza di questi orsi e il loro incontro con gli uomini: «I grandi classici sono sempre attuali, come Pinocchio. Riescono a rinnovarsi, questo libro ha tutte le qualità per rinnovarsi. Rileggendolo ora, noti i temi dell'innocenza della natura, il conflitto tra padre e figlio, la sete del potere, il ritrovarsi a gestire situazioni più grandi di noi, come accade a Leonzio, che deve conciliare orsi e uomini, la convivenza di due identità culturali. Per fortuna non dà soluzioni, sennò sarebbe falso» racconta Mattotti. Un ricordo va a Andrea Camilleri il cui contributo lascia una nota di commozione nel guardare il film: «Ha aggiunto una presenza meravigliosa. Nella versione francese abbiamo coinvolto lo sceneggiatore e narratore Jean- Claude Carrière, cercavo altrettanto carisma, Camilleri era l'unico. Abbiamo registrato a febbraio a casa sua, con l'aiuto di Ludovica Modugno. E' stata un'ora e mezza molto intensa, alla fine voleva anche continuare, ha scherzato: ma come, tutto qui?».
Da una favola classica come quella di Mattotti ad una moderna, piena di citazioni e grandi omaggi al cinema fantastico, action e delle tradizione americana: Il giorno più bello del mondo di Alessandro Siani. Alice nella città dona ai suoi giovani adulti una mattinata spensierata ma riflessiva perché i temi affrontati dal nuovo film dell’attore e regista napoletano sono quelli della diversità come ricchezza e del riscatto raccontati attraverso la magia.
Uscirà il 31 ottobre, data insolita per un campione di incassi come Siani e si classifica proprio come un film che vuole rompere la tradizione della “trilogia romantica”: «Non ho mai praticato la materia della riflessione nei miei film perché era una cosa che non mi veniva spontanea ma nel confronto con i produttori Massimo Di Rocco e Nicola Maccanico ci siamo detti che ci piace anche la lacrima e l’emozione e non solo la risata» dichiara Siani e aggiunge un particolare : «Non so se ci sono riuscito, la prima cosa importante nel film è il riscatto perché il pensiero di poterlo avere è sempre importante. Poi la tecnologia perché ormai in casa abbiamo anche la voce che ci parla e infine il concetto per cui per ognuno di noi può esserci qualcosa che ci può cambiare la vita e farci dire: oggi è il mio giorno più bello del mondo». C’è chi permette al personaggio di Siani nel film di scegliere tra bene e il male, è Flavia, interpretata da Stefania Spampinato, star hollywoodiana del medical drama Grey’s Anatomy ma italianissima e finalmente protagonista nel suo paese: «Per quanto riguarda la mia popolarità, devo dire che il mondo si divide in chi guarda Grey’s Anatomy e chi non lo guarda» spiega l’attrice siciliana che rivela: «Il film è stata un’esperienza meravigliosa, ho imparato davvero tanto, anche se non si è improvvisato molto. Il regista di Grey quando sono tornata mi ha chiesto: “ma hai fatto un corso?” Perché ero più sciolta e pronta a improvvisare» . Le donne in Il giorno più bello del mondo dalla piccola Sara Ciocca ( 7 anni), protagonista incon Leone Riva ( 4 anni), fino a Jun Ichikawa e la stessaSpampinato, sono le eroine del film. Conferma Siani: «Un ruolo fondamentale quello delle donne, quando sei completamente perso, ti giri e Jun, Sara e anche la stessa Stefania sono li.». Oggi la Festa del Cinema di Roma e Alice nella Città giungono alla fine di questa edizione 2019 con le donne a farla da padrone.