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Volodymyr Zelensky presidente dell'Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato di non voler «scherzare» sulle brevi tregue proposte dal suo omologo russo Vladimir Putin, tra cui un cessate il fuoco dall'8 al 10 maggio, ritenendo che i tempi siano troppo brevi per tenere colloqui seri. «È impossibile concordare qualsiasi cosa in tre, cinque o sette giorni. È impossibile elaborare un piano per stabilire i prossimi passi per porre fine alla guerra. Non mi sembra una cosa seria», ha detto Zelensky ieri sera in conferenza stampa, chiedendo ancora una volta una tregua incondizionata di 30 giorni.
Zelensky ha poi detto che Mosca è responsabile della sicurezza dei leader mondiali in visita in Russia per le cerimonie dell'80mo anniversario della vittoria sulla Germania nazista in programma la prossima settimana. «La nostra posizione è molto semplice nei confronti di tutti i Paesi che si sono recati o si stanno recando in Russia il 9 maggio: non possiamo assumerci la responsabilità di ciò che sta accadendo sul territorio della Federazione Russa. Loro stanno garantendo la vostra sicurezza». ha dichiarato. «Non sappiamo cosa farà la Russia in quella data. Potrebbe adottare varie misure, come incendi, esplosioni, e poi accusarci». Il 9 maggio al fianco del presidente russo Vladimir Putin siederanno i leader di una ventina di Paesi, tra cui il suo omologo cinese Xi Jinping e quello brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, oltre a quelli dei tradizionali alleati della Russia come Kazakistan, Bielorussia, Armenia, Cuba e Venezuela.
La risposta è arrivata dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, secondo Medvedev, Zelensky «capisce che nel caso di una vera provocazione nel Giorno della Vittoria, nessuno può garantire che Kiev arrivi al 10 maggio».
Ma il leader ucraino è anche tornato sul faccia a faccia con Trump in Vaticano. «Sono fiducioso che dopo il nostro incontro in Vaticano, il presidente Trump abbia iniziato a vedere le cose in modo un po’ diverso – ha spiegato – Con tutto il rispetto per i nostri team negoziali, il formato uno contro uno, a mio parere, ha funzionato. C'era l'atmosfera giusta per la conversazione». Aggiungendo poi che, a suo avviso, l'incontro potrebbe aver cambiato la prospettiva di Trump. «È la sua visione, la sua scelta in ogni caso. Penso che ci siamo comportati in modo costruttivo e con integrità, e questo è importante», ha spiegato.