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Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu speaks to the audience at a conference in Jerusalem, Sunday, July 27, 2025. (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
Nel cammino verso l’occupazione totale della Striscia di Gaza, intrapreso dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, si sono registrate negli ultimi quattro giorni “manovre” diverse. Avanti con fermezza, frenate e qualche breve marcia indietro. La sostanza della “dottrina Bibi” rimane, però, invariata, nonostante una modifica rispetto ai piani originari e qualche incoerenza.
Prima di tutto la Striscia di Gaza verrà occupata, ma non sarà annessa. «Intendiamo farlo – ha spiegato Netanyahu, riferendosi all’occupazione - per garantire la nostra sicurezza, rimuovere Hamas, rendere la popolazione di Gaza libera». La breve marcia indietro, con la notizia della giornata, è consistita invece nell’intenzione di passare in un secondo momento il controllo della Striscia a «un governo civile che non è Hamas o altri gruppi che vogliono la distruzione di Israele». «Questo è quello che vogliamo fare: liberare noi stessi e liberare gli abitanti di Gaza dal terribile terrorismo di Hamas. Vogliamo creare un perimetro di sicurezza e vogliamo consegnare Gaza alle forze arabe che la governeranno correttamente», ha aggiunto il primo ministro d’Israele.
Durante la riunione del gabinetto di sicurezza, a Gerusalemme, per l’approvazione dei piani relativi all’occupazione completa della Striscia, centinaia di persone si sono radunate per chiedere un accordo sulla fine delle ostilità e la liberazione degli ultimi ostaggi detenuti da Hamas. Identica manifestazione davanti alla sede del Likud, a Tel Aviv. Il leader dell’opposizione israeliano, Yair Lapid, ha attaccato duramente Netanyahu per la “visione strategica” del premier riguardante i prossimi passi da fare a Gaza. «Ciò che Netanyahu propone – ha commentato Lapid - è un’altra guerra, più ostaggi morti, più soldati caduti e decine di miliardi di denaro dei contribuenti che saranno riversati nelle illusioni dei ministri Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich».
Netanyahu non vuole fare sconti: Hamas deve essere sconfitta e sradicata dalla Striscia di Gaza. L’organizzazione responsabile degli eccidi del 7 ottobre nel frattempo è sottoposta alle pressioni sempre più massicce da parte di Egitto, Qatar e Turchia, affinché si sieda al tavolo dei negoziati per il cessate il fuoco in tempi ragionevoli e non oltre la prossima settimana. Vedremo se le “manovre” di Bibi subiranno altre modifiche.