Il più duro con Emmanuel Macron è stato il deputato centrista Charles de Courson, non proprio un agitatore da strada o un capopopolo, ma comunque nipote di partigiani: «Signor presidente, la sua legge contro i disordini di piazza è una pura follia, una follia che ricorda il regime fascista di Vichy. quando andrete all’opposizione e al governo ci sarà l’estrema destra ve ne accorgerete, ma sarà troppo tardi».

L’approvazione della “legge anti- casseurs” da parte dell’Assemblea nazionale sta suscitando oltre le Alpi violente polemiche. In particolare l’articolo che stabilisce il divieto di manifestare per individui che potenzialmente sarebbero pericolosi per l’ordine pubblico, una norma considerata da molti come indegna di una democrazia.

In realtà la possibilità di vietare la partecipazione a cortei era già presente nell’ordinamento francese, ma era giustamente una prerogativa della magistratura che poteva applicarla dopo aver svolto delle indagini. Ora saranno i prefetti a decidere chi potrà e chi non potrà scendere in piazza per contestare il governo, proprio come accadeva durante il regime collaborazionista di Vichy, uno Stato di polizia che affidava alle prefetture il compito di stroncare qualsiasi forma di protesta con le schedature di massa dei soggetti a rischio.

La legge anti- casseurs vuole essere una risposta dell'esecutivo ai duri scontri di piazza avvenuti negli ultimi mesi tra le forze dell’ordine e alcuni membri del movimento dei gilet gialli con centinaia di persone arrestate e decine di feriti.

Un provvedimento fortemente voluto dal ministro dell’Interno Christophe Castaner, fedelissimo di Macron e finito sotto accusa per aver difeso a spada tratta l’operato della polizia nonostante i tantissimi video che testimoniano gli abusi e le violenze commesse dagli agenti, brutali come e forse ancora di più degli arrabiati gilet gialli.

L’atteggiamento di Castaner è stato giudicato omertoso dall’opposizione, sia di destra che di sinistra che ne chiede da tempo le dimissioni.