La Corte d’Appello di Brescia ha assolto il pm milanese Paolo Storari dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, mossagli per aver consegnato i verbali dell’ex avvocato esterno di Eni Piero Amara all’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo, attualmente a processo a Brescia per la diffusione del contenuto di quei documenti.

Storari aveva scelto di rivolgersi all’ex pm di Mani Pulite per «autotutelarsi», alla luce della presunta inerzia dei vertici della procura di Milano ad indagare sulla cosiddetta “loggia Ungheria”, svelata da Amara in quei verbali e la cui esistenza è stata smentita dalla procura di Perugia, che ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. La consegna dei verbali a Davigo, aveva chiarito il magistrato milanese, era avvenuta dopo le rassicurazioni sul fatto che il segreto d’ufficio non fosse opponibile ai membri del Csm.

I giudici di secondo grado hanno dunque confermato la decisione che gup Federica Brugnara, che aveva assolto Storari al termine del processo di primo grado perché il fatto non costituisce reato. Il pg di Brescia Enrico Ceravone aveva chiesto una condanna a 5 mesi e 10 giorni sostenendo come il magistrato milanese avesse commesso un errore non rispettando le direttive sul tema.

Di diverso avviso la difesa dell’imputato. «Storari in quella situazione si è rivolto a un soggetto particolarmente qualificato. Non c’è intento lesivo nella condotta» aveva spiegato l’avvocato Paolo Della Sala . «Siamo assolutamente soddisfatti di questa assoluzione piena - ha commentato il legale -. Ho difeso con fermezza la sentenza di primo grado, non solo perché coraggiosa, ma anche perché poggiava su un impianto giuridico complesso».