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Niente amnistia per i detenuti politici in Venezuela. Appena votata del Parlamento in mano allopposizione dopo la sconfitta chavista alle legislative di dicembre, la legge non entrerà in vigore, bloccata dal veto presidenziale. Lha detto ieri Nicolàs Maduro, capo di un governo ormai allo sbando, con le casse statali vuote e una retorica rivoluzionaria fatta di vaghe raccomandazioni alla protezione di Hugo Chàvez, comandante in capo morto tre anni fa. Maduro invierà lamnistia al Tribunale supremo, massimo organo giudiziario venezuelano, controllato dal governo, per farla dichiarare anticostituzionale.Il chavismo nega lesistenza di detenuti politici. Sostiene che gli attivisti dellopposizione al momento in carcere sono finiti dentro per varie ragioni, alcuni per delitti contro lo Stato. Fatto sta che in cella a Caracas è detenuto Leopoldo Lopez, il principale leader dellopposizione, il più insidioso per il governo al momento, militante della destra radicale. Ed è terrorizzato da Leopoldo Lopez, abile oratore da barricata, capace di mobilitare grandi masse, di chiamare con successo allo scontro fisico con lavversario.Anche Hugo Chàvez temeva Leopoldo Lopez, lo chiamava il fascistello. Lallora giovanissimo sindaco di Chacao, municipio borghese di Caracas gli si oppose frontalmente. Lannuncio del veto alla legge damnistia è stato seguito da una giornata convulsa, con scontri armati tra opposizione e governo in centro a Caracas. Maduro ha anche alluso alla possibilità, formulata come ipotesi dallavvocato Hernan Escarrà, ambiguo personaggio di quarta fila del chavismo con un passato come dirigente antichavista, di ridurre la durata del mandato dei deputati. Allopposizione, che tenta di far indire un referendum per revocare il mandato presidenziale, Escarrà ha detto: "I deputati che vogliono ridurre la durata del mandato presidenziale, ricorderei che il presidente può ridurre il loro senza passare per la votazione dellAssemblea". Sulla possibilità che un referendum revocatorio contro di lui sia convocato, Maduro ha detto che «se un giorno la borghesia corrotta arriverà al potere grazie alla sua guerra non convenzionale, ci sarà una insurrezione civico-militare».