Dopo quaranta giorni di blocco, gli Stati Uniti si avviano verso la fine dello shutdown record che ha paralizzato le attività federali. In Senato è stato raggiunto un accordo bipartisan, approvato con 60 voti favorevoli e 40 contrari, per finanziare temporaneamente il governo e riaprire gli uffici pubblici. L’intesa prevede tre progetti di legge che garantiranno fondi a vari Dipartimenti federali, tra cui Agricoltura e Nutrizione, fino al termine dell’anno fiscale. Il resto dell’amministrazione sarà finanziato ai livelli di spesa attuali fino al 30 gennaio, data che dovrebbe segnare la ripartenza completa dei servizi pubblici.

Tra i democratici che hanno votato a favore figurano Jeanne Shaheen, Maggie Hassan, Catherine Cortez Masto, Dick Durbin, John Fetterman, Tim Kaine, Jacky Rosen e Angus King. «Sembra che ci stiamo avvicinando molto alla fine dello shutdown» ha dichiarato Donald Trump, commentando con soddisfazione l’accordo raggiunto in Senato.

Grazia presidenziale per Giuliani e altri 76 imputati del caso Georgia

Nel frattempo, il presidente americano ha compiuto un gesto clamoroso: ha concesso la grazia “totale, completa e incondizionata” a Rudolph Giuliani e ad altre 76 persone coinvolte nelle indagini sulla presunta manovra per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 in Georgia.

A comunicarlo è stato Ed Martin, procuratore degli Stati Uniti per le grazie presidenziali, attraverso un post su “X”. Tra i beneficiari figurano anche Sidney Powell, Boris Epshteyn, John Eastman e Mark Meadows, tutti membri o consiglieri del team legale e politico dell’ex presidente. «Questa decisione pone fine a una grave ingiustizia nazionale perpetrata ai danni del popolo americano in seguito alle elezioni presidenziali del 2020», si legge nelle motivazioni ufficiali, che parlano di un atto di “riconciliazione nazionale”. Il provvedimento specifica che la grazia non si applica al presidente Trump, che resta dunque escluso da ogni effetto diretto dell’atto.