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Calenda, leader di Azione, e Lavrov, ministro degli Esteri russo
Sergei Lavrov torna al centro della scena internazionale dopo settimane di silenzio e voci di isolamento. In una lunga intervista all’agenzia Ria Novosti, il ministro degli Esteri russo ha delineato la strategia diplomatica di Mosca: riaprire un canale stabile con Washington e, allo stesso tempo, lanciare duri avvertimenti all’Unione Europea e alla Gran Bretagna, accusate di alimentare il “partito della guerra”. «Ci sono molti elementi irritanti nelle relazioni russo-americane, ereditati dalla precedente amministrazione statunitense», ha detto Lavrov, sottolineando che «con la nuova amministrazione abbiamo percepito la volontà di riprendere il dialogo, ma non così rapidamente come avremmo voluto».
«La Crimea è russa, la questione è chiusa»
Il ministro ha ribadito con fermezza la posizione del Cremlino: «Nessuno mette in discussione la scelta degli abitanti della Crimea, del Donbass e della Novorossiya, che hanno deciso di riunirsi alla loro patria storica. Per noi la questione della sovranità della penisola è chiusa». Lavrov ha chiesto a Washington di confermare formalmente gli accordi raggiunti nel vertice di Anchorage tra Trump e Putin, tenutosi in Alaska lo scorso 15 agosto, chiarendo che Mosca «si aspetta che gli impegni presi restino validi».
Attacchi all’Ue: “Una rapina sugli asset congelati”
La linea di Mosca resta durissima nei confronti dell’Unione Europea. Lavrov ha definito la proposta di utilizzare gli asset russi congelati per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina «un vero e proprio inganno e una rapina». La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha aggiunto che la stretta sui visti per i cittadini russi «porterà l’Europa al suicidio».
Sul piano strategico, Lavrov ha precisato che la Russia attende una risposta ufficiale dagli Stati Uniti sulla proposta di prolungare per un anno il rispetto delle limitazioni del Trattato New Start sulla riduzione delle armi nucleari, in scadenza il 5 febbraio 2026. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha inoltre assicurato che «né la Russia né la Cina stanno testando armi nucleari», cercando di smorzare le tensioni con l’Occidente.
Secondo Lavrov, Bruxelles e Londra avrebbero spinto Washington ad abbandonare la via diplomatica: «Stanno cercando di convincere gli Stati Uniti a unirsi pienamente al partito della guerra». Una frase che riassume la narrativa russa, secondo cui l’Occidente starebbe ostacolando il processo di pace in Ucraina.
Sullo sfondo la guerra e i fronti aperti
Mentre la diplomazia si muove, sul campo prosegue la guerra. Dopo i raid russi su Kharkiv, oltre 100mila civili sono rimasti senza elettricità e riscaldamento. Allo stesso tempo, attacchi ucraini hanno colpito la regione russa di Belgorod, lasciando al buio 20mila persone. In questo scenario, l’Italia finisce indirettamente al centro delle tensioni. Kiev ha chiesto chiarimenti ufficiali sul caso di Serhii Kuznietsov, cittadino ucraino arrestato in Italia con l’accusa di sabotaggio del gasdotto Nord Stream, mentre l’ambasciata russa a Roma ha duramente attaccato Carlo Calenda per un tatuaggio raffigurante il tridente ucraino.


