Una pena terribile come una condanna a morte, resa ancora più crudele dal metodo dell’esecuzione: la somministrazione di azoto attraverso una maschera. Questo è il destino che attende Kenneth Eugene Smith, attualmente rinchiuso in un carcere dell'Alabama.

Nelle prossime ore Smith potrebbe essere il primo uomo al mondo a subire questa barbarie avendo perso tutti gli appelli presentati dai suoi legali, praticamente una cavia. La Corte Suprema degli Stati Uniti e una corte d'appello di grado inferiore infatti hanno già rifiutato di bloccare quella che i legali hanno definito una «punizione feroce». Smith, che ora ha 58 anni, è stato condannato nel 1989 per l'omicidio di Elizabeth Sennett avvenuto un anno prima. L'omicidio era stato commissionato per un compenso di 1000 dollari. Le circostanze dell'uccisione furono molto efferate, la donna infatti venne picchiata con un attrezzo da camino e pugnalata al petto e al collo, e fu costruita una messa in scena nella casa per simulare un furto con scasso. In realtà il marito Charles Sennett, un predicatore oberato dai debiti, aveva orchestrato il piano per ricevere i soldi dell'assicurazione. L'apice della tragedia fu il suo suicidio quando gli investigatori si stavano ormai avvicinando alla verita. Un altro sicario, John Forrest Parker, è stato giustiziato nel 2010. Al processo Smith ha ammesso di essere stato presente durante l'omicidio, ma ha detto di non aver preso parte all'aggressione. Smith è nel braccio della morte dal 1996 e lo stato dell'Alabama ha già tentato di metterlo a morte senza riuscirci per alcuni errori tecnici relativi all'iniezione letale, questa volta dunque si pensa che con l'azoto l'esecuzione verrà portata a termine. Gli avvocati del detenuto mercoledì sera hanno presentato un ulteriore appello nella speranza di una sospensione dell'ultimo minuto, ma i giudici hanno rifiutato e hanno respinto la richiesta. Nessun magistrato ha dissentito pubblicamente dalla sentenza. Lo stesso è successo alla Corte d'Appello dell'11° Circuito degli Stati Uniti, dove è stata contestata la legalità del protocollo sull'azoto gassoso dell'Alabama.

Ora l'ultimissima speranza è riposta in una istanza presentata dai legali della difesa che si stanno rivolgendo in queste ore nuovamente alla Corte Suprema sostenendo che sottoporre i condannati a più tentativi di esecuzione viola l'ottavo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che protegge da punizioni particolarmente crudeli. Respirare azoto puro senza ossigeno, infatti, provoca la rottura delle cellule cerebrali e porta quindi alla morte. Le autorità dell'Alabama hanno affermato, in un documento depositato in tribunale, che il condannato perderà conoscenza in poco tempo e morirà nel giro di pochi minuti. Il procuratore generale dello Stato, Steve Marshall, ha definito questo metodo «il più umano mai concepito».

Ma diversi medici hanno avvertito come invece le sue conseguenze siano potenzialmente catastrofiche, da violente convulsioni al soffocamento nel vomito fino ad una sopravvivenza in stato vegetativo. L'Alabama e altri due stati americani hanno approvato l'uso dell'ipossia da azoto come metodo alternativo di esecuzione perché i farmaci utilizzati nelle iniezioni letali sono diventati più difficili da trovare, contribuendo a un calo del numero di esecuzioni a livello nazionale. Alche l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha detto che gasare Smith potrebbe equivalere a tortura o altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, e ha chiesto di fermare l esecuzione.

Nonostante ciò l'Alabama continua ad avere uno dei più alti tassi di pene capitali negli Stati Uniti e ha 165 persone in attesa della loro sorte attualmente rinchiuse nel braccio della morte. Dal 2018, lo Stato è stato responsabile di tre tentativi falliti di iniezione letale in cui i detenuti condannati sono sopravvissuti. Questi episodi hanno portato a indagini interne che incredibilmente hanno in gran parte attribuito la responsabilità ai prigionieri stessi.