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UCRAINA, AIEA: CENTRALE ZAPORIZHZHIA
Un documento circolato nelle ultime ore rilancia con forza la partita diplomatica attorno al conflitto ucraino. Secondo quanto rivelato dal portale statunitense Axios, che cita fonti ucraine, americane e una terza fonte coinvolta nella proposta, gli Stati Uniti avrebbero messo sul tavolo un accordo globale di non aggressione destinato a coinvolgere Russia, Ucraina ed Europa. La bozza, considerata credibile dagli interlocutori consultati, punta a chiudere trent’anni di ambiguità e ridisegnare il quadro della sicurezza continentale.
Nelle intenzioni degli estensori, Mosca si impegnerebbe formalmente a non invadere più i Paesi vicini, mentre la NATO rinuncerebbe a nuove espansioni ad est. Il piano prevederebbe inoltre un dialogo strutturato tra Alleanza Atlantica e Russia, con mediazione statunitense, finalizzato a ridurre le tensioni e promuovere cooperazione economica e stabilità di lungo periodo.
Dentro il dossier rientra anche la questione più delicata: la centrale nucleare di Zaporizhzhia, che secondo la bozza verrebbe rimessa in funzione sotto la supervisione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica e con una ripartizione paritaria dell’energia prodotta tra Russia e Ucraina. Un passaggio dal peso politico enorme, in un’area che da due anni rappresenta uno dei potenziali epicentri del rischio nucleare.
Ma mentre la diplomazia sembra tornare a muoversi, il campo di battaglia racconta un’altra storia. Il comando russo ha annunciato di aver nuovamente conquistato Kupiansk, nodo ferroviario strategico nella regione di Kharkiv. La città, presa da Mosca nel primo giorno dell’invasione del 2022 e poi riconquistata da Kiev a settembre dello stesso anno, viene definita dal generale Sergei Kuzovlev un «ingranaggio chiave delle difese ucraine». Un avanzamento che conferma la pressione crescente delle truppe russe nella zona orientale.
Il quadro resta teso anche sul versante tecnologico e difensivo. Nella notte, il ministero della Difesa russo ha riferito l’abbattimento di 33 droni ucraini in diverse regioni del Paese, segnalando un’intensificazione degli attacchi a distanza.
Sullo sfondo delle iniziative diplomatiche americane, emergono le valutazioni dei partner europei e anglosassoni. L’Alta Rappresentante UE Kaja Kallas ha attribuito il nuovo atteggiamento di Mosca al timore del meccanismo occidentale sul “prestito di riparazione”, sistema basato sui beni russi congelati nelle banche europee. Secondo Kallas, la Russia «vuole mostrarsi forte all’esterno», ma sarebbe in difficoltà finanziaria, motivo che impone - a suo dire - di mantenere ferme le pressioni e il sostegno a Kiev.
Da Londra arriva invece una bocciatura netta del progetto. Il sottosegretario britannico Hamish Falconer, rispondendo alla ministra ombra Priti Patel alla Camera dei Comuni, ha definito «illusoria» la posizione russa e ribadito che il Regno Unito resta compatto nel sostenere l’Ucraina. Falconer ha insistito sull’urgenza di un cessate il fuoco, chiarendo che Londra non accetterà mai modifiche ai confini internazionali imposte con la forza.


