Anche in Giappone esiste l’espressione «ammazarsi di lavoro», solo che nella nazione del Sol levante non si tratta di una colorita iperbole ma della crudele realtà. La cultura atavica del sacrificio, l’ossessione di compiacere il proprio padrone, la competizione sfrenata, la mancanza di tempo libero (15 giorni di ferie in 12 mesi), tutti elementi che una società compressa come quella giapponese possono trasformare l’esperienza del lavoro in un vero e proprio incubo. Che a volte si conclude con una prematura morte.Un’inchiesta pubblicata dal Washington Post illumina il fenomeno del cosiddetto karochi che riguarda quelle migliaia di persone che ogni anno muoiono letteralmente di “sfinimento”, arresti cardiaci, ictus, ma anche suicidi per aver consacrato troppo tempo e concentrazione al proprio impiego. Una piaga sociale in espansione tanto che oggi il karoshi è ufficialmente riconosciuto come causa di decesso.Il quotidiano statunitense mette a fuoco il caso del 34enne Kiyotaka Serizawa, deceduto lo scorso anno: lavorava 90 ore a settimana come supervisore per un’impresa che si occupa di manutenzione di condomini a Tokyo. La sua giornata lavorativa era pazzesca, dicono i suoi genitori, raccontando che nel passaggio da un ufficio all’altro Kiyotaka ogni tanto li passava a trovare e si addormentava sul divano, anche per pochi minuti: «Cadeva in un sonno così profondo che alcune volte controllavamo se il suo cuore batteva ancora prima di svegliarlo». Kiyotaka è stato ritrovato senza vita all’interno della sua auto parcheggiata nella provincia di Nagano, poco lontano dalla località dove era andato in campeggio con la famiglia.Dall’inizio degli anni 70 in Giappone si è generalizzato l’utilizzo degli straordinari, il sistema più diretto per aumentare il proprio salario in un Paese che ha un costo della vita molto elevato. Gli stessi sindacati hanno sempre lottato per rafforzare il reddito, ma non si sono mai occupati troppo della riduzione dell’orario. «Oggi la media lavorativa giornaliera è di 12 ore, non è stabilito dalla legge ma i salariati vivono questi ritmi come qualcosa di obbligatorio», spiega al Post Koji Morioka, professore all’Università di Kansai. Circa il 10% degli impiegati nipponici lavora 60 ore alla settimana, lo Stato sta provando in tal senso ad abbassare questa percentuale al 5%, ma non sarà facile estirpare questo persistente tratto culturale nella società: la gran parte dei lavoratori accumula ferie pregresse di cui non godrà mai. Secondo il giurista Hiroshi Kawahito, è necessario sanzionare quelle imprese che incitano i loro dipendenti a lavorare oltre l’orario. Il governo di Shinzo Abe ha creato un fondo di solidarietà per riscarcire i famliari delle vittime di karochi, ma sulle 2310 denunce presentate nel 2015 solo un terzo ha avuto seguito effettivo.«Se le persone fossero consapevoli dei loro diritti, allora si può dimostrare che non c’è niente di sbagliato nell’approfittare del proprio tempo libero», ha recentemente dichiarato Yasukazu Kurio del Ministero della Salute e l’ufficio del lavoro per la prevenzione del karoshi.