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Donald Trump
Donald Trump ha concesso la grazia totale a Scott Jenkins, ex sceriffo della contea di Culpeper, in Virginia, condannato nel dicembre scorso a 10 anni di reclusione per un articolato caso di corruzione. La decisione è stata annunciata direttamente dall’ex presidente attraverso la piattaforma Truth, in un post in cui ha accusato l’amministrazione Biden di aver «strumentalizzato» il Dipartimento di Giustizia.
«Lo sceriffo Scott Jenkins, sua moglie Patricia e la loro famiglia sono stati trascinati all’inferno da un Doj corrotto e armato da Biden», ha scritto Trump, definendo l’ex funzionario “una vittima” della giustizia politicizzata.
Le accuse a carico dell’ex sceriffo
Jenkins, rimasto in carica per oltre un decennio fino alla mancata rielezione nel 2023, era stato riconosciuto colpevole di un’accusa di cospirazione, di quattro capi di frode postale e telematica e di sette accuse di corruzione in relazione a programmi federali.
Secondo l’inchiesta condotta dall’FBI, Jenkins avrebbe ricevuto oltre 70.000 dollari in tangenti, anche sotto forma di contributi elettorali, in cambio del rilascio di distintivi e titoli da “ausiliari dello sceriffo” a soggetti privi di qualifica, addestramento o reale funzione. Tra coloro che lo avevano corrotto vi erano anche due agenti sotto copertura dell’FBI, inseriti nell’indagine per verificarne l’operato.
Un gesto politico?
Il provvedimento firmato da Trump arriva a pochi mesi dalla sua nuova corsa elettorale per le presidenziali 2024 e viene letto come un segnale di sfida al Dipartimento di Giustizia, che l’ex presidente ha più volte accusato di parzialità nelle indagini a suo carico e su esponenti a lui vicini.