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È caduto e risorto ogni volta, anche fisicamente, fin dal 1997 quando battè il cancro alla prostata, e proprio il giorno prima delloperazione era a S. Margherita Ligure a sferzare gli industriali, che (alla maniera del suo amico Bettino Craxi) ha anche recentemente definito aspiranti sudditi. Di Silvio Berlusconi, detto il Cav per geniale abbreviazione di Giuliano Ferrara, anche gli avversari politici più feroci tutto possono dire tranne che non sia un vero combattente. Che ha messo sempre a repentaglio anche il suo stesso corpo per la sua missione di libertà, come lui ha definito la sua discesa in campo nel 1994.Ma davvero ora il tre volte presidente del Consiglio, fondatore e presidente di Forza Italia, ricoverato per uno scompenso cardiaco al S. Raffaele di Milano, è un re senza corona, come dicono i commentatori politici e i suoi azzurri un esercito allo sbando? Sul Cav si possono avere tante opinioni, anche diametralmente opposte, ma è un fatto che è bastato un ricovero (che si annuncia di pochi giorni) in ospedale per bloccare di fatto almeno per un giorno liniziativa politica di Forza Italia e anche la trattativa per la cessione di una parte delle quote del Milan, di cui è presidente. E bastato uno scompenso cardiaco per intasare i telefoni di Arcore e di palazzo Grazioli, a Roma. E ricevere gli auguri di mezzo mondo politico, avversari compresi. Davvero il dottore, come lo chiamano in privato i suoi più stretti collaboratori in virtù del suo passato solo da imprenditore, è un re sul viale del tramonto?Estate 1997, eravamo in piena Bicamerale presieduta da Massimo DAlema, la cronista se lo ricorda sul molo di S. Margherita ligure, mentre stava per imbarcarsi, era teso e pallido, da lì a qualche ora senza che nessuno lo sapesse avrebbe dovuto entrare in sala operatoria. Ma non mancò di rilasciare alla cronista e a un collega una pugnace dichiarazione contro Romano Prodi, allora premier che poi bollò la Commissione per le riforme dei dalemoni come Bicamerale del nulla. Quel giorno il Cav pronunciò un accorato, che suonò fin troppo accorato: «Tanto vedrete che rivincerò io».Berlusconi stesso anni dopo confessò a Mario Calabresi allora cronista di Repubblica: «Nel maggio del 97 ero sul palco a Milano a sostenere Gabriele Albertini, con la morte nel cuore». Doveva combattere la sua personale partita contro il cancro, senza ovviamente poterlo dire pubblicamente. Perché in tanti, purtroppo speravano (la cronista li ha sentiti con le sue stesse orecchie) in conversazioni private da Transatlantico di Montecitorio che quella partita la perdesse. E così si sarebbero liberati finalmente di lui, risolvendo tutti i loro problemi. Non andò così. Il Cav nel 99 iniziò la sua traversata nel deserto che lo riportò a Palazzo Chigi nel 2001, dopo aver rovesciato il tavolo della Bicamerale e aver sconfitto il cancro.La sue apparizioni pubbliche sono costellate di una serie di malori, dovuti nella gran parte dei casi a un eccesso di stanchezza e soprattutto alla mancanza di sonno. Lui stesso si è sempre vantato di dormire 3-4 ore per notte. «Lavora come una bestia», hanno sempre detto di lui i più stretti collaboratori. Due fette biscottate la mattina, un thè e poi via di nuovo al lavoro. Si sentì male nel 1999 nel suo teatro Manzoni a Milano, mentre arringava i suoi per le elezioni Europee. Lo portarono via a braccia. I medici dissero che aveva dormito troppo poco. Nel novembre del 2006 svenne sul palco di Montecatini ma si riprese quasi subito: «Un collasso ma sto bene». Scherzò: «Sono solo inciampato».In realtà gli dovettero poi impiantare un pacemaker allospedale di Cleveland in Usa. Poi un rosario di altri ricoveri sempre al S. Raffaele, compreso quello per il gravissimo incidente a Milano dove fu colpito in pieno volto con una statuetta del Duomo di Milano. Anche il nemico Pier Luigi Bersani stette al suo capezzale stringendogli la mano. Lultimo ricovero prima di quello attuale risale all8 Marzo scorso per unoperazione lampo alla cataratta. Ma pochi giorni dopo inforcò un paio di occhialoni scuri, che destarono le facili ironie di chi lo definì Al Capone, e se ne andò con Guido Bertolaso a fare campagna elettorale in una periferia romana. I medici naturalmente lo avranno cazziato, senza risultato, mille volte. Ma luomo dei molteplici azzardi, scomodi non solo per i tanti avversari politici, economici e finanziari e nel mondo della magistratura, ma anche per se stesso e il suo corpo, ha sempre detto loro sfidandoli con sorriso ironico: «Sto benissimo».Ognuno ovviamente è libero di pensare di lui quel che vuole, ma darlo per «rottamato» come ha fatto Giorgia Meloni, giovane leader di Fratelli dItalia, o definirlo «un vecchio rudere», come ha fatto il capo della Lega Nord Matteo Salvini, forse non è esattamente corrispondente neppure ai risultati elettori della recente tornata delle Amministrative. Anche Matteo Renzi lo ha dovuto riconoscere.I numeri e non le opinioni dicono che Berlusconi è ancora centrale e che dà ancora le carte nel centrodestra, a cominciare dalla sua Milano, dove Forza Italia con il oltre il 20 per cento ha doppiato il Carroccio. E questo proprio in quella capitale del Nord che, secondo i desiderata di Via Bellerio, dovrebbe essere a trazione leghista. Berlusconi è sulla soglia degli 80 anni, li compirà il prossimo 29 settembre. Nella moda imperante della rottamazione allitaliana, mentre in Usa si sfidano leader settantenni, spesso si dimentica che lui è disceso in campo solo a 57 anni. Quindi, forse ha alle spalle meno anni di politica rispetto a quelli dei suoi alleati e di altri fuoriusciti da Forza Italia che lo hanno definito alla frutta. Berlusconi naturalmente, come nessuno, non è un eroe. E neppure Super man. Ma è un fatto che è bastato ancora una volta un malore per catalizzare lattenzione della politica italiana sulluomo rispetto al quale lAvvocato Agnelli con il suo cinismo disse: «Se vince vinciamo tutti, se perde, perde solo lui». E laltalena alla quale il Cav sottopone anche il suo corpo da più di ventanni.