Giorgio Napolitano non sa ancora se andrà a votare domenica al referendum sulle trivelle ma "l'astensione - dice intervistato da Repubblica - è un modo di esprimere la convinzione dell'inconsistenza e della pretestuosità di questa iniziativa referendaria". "Non si possono dare significati simbolici a un referendum - spiega l'ex presidente della Repubblica - Ci si pronuncia su quesiti specifici che dovrebbero essere ben fondati. Non è questo il caso". Lui, quel giorno a Londra, non sa se farà in tempo a tornare per il voto ma in ogni caso, insiste, "se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità, non andare a votare è un modo di esprimersi sull'inconsistenza dell'iniziativa referendaria".Le reazioniNon si sono fatte attendere le reazioni di chi, invece, nel referendum ci crede. "Sorprende e amareggia la legittimazione dell'astensionismo nel referendum di domenica da parte dell'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, specie dopo che autorevoli personalità istituzionali nei giorni scorsi hanno sottolineato l'importanza della partecipazione al voto e il valore dell'articolo 48 della Costituzione", ha detto Alfredo D'Attorre, dell'esecutivo nazionale di Sinistra Italiana. "Dall'ex Presidente Napolitano sarebbe lecito attendersi un sereno bilancio autocritico degli esiti della sua presidenza - ha concluso D'Attorre - invece di improvvidi inviti all'astensionismo".Le ragioni del Sì al referendum sulle trivelle "sono state imposte da un ambientalismo ideologico, ipocrita e manicheo". Lo ha detto il sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto della Vedova, nel corso di una conferenza stampa alla Camera organizzata dal Laboratorio Libdem. "Io sono un referendario non pentito, e quindi al referendum sulle trivelle voterò No - ha spiegato l'esponente di governo - Capisco, però, che sia comprensibile chiedere l'astensione perchè oggi le regole del gioco sono queste: o si vota Sì o ci si astiene. E queste sono regole che ci hanno imposto da destra, da sinistra, dal centro, dai sindacati, e dalla Chiesa cattolica. Quindi è chiaro che chi si oppone al quesito ha legittimamente la facoltà di chiedere l'astensione", e su questo "le parole del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, sono state chiarissime".