PHOTO
Il leader dell’opposizione russa, Aleksei Navalny, invita i russi a scendere in piazza per protestare contro il suo arresto. «Non abbiate paura, scendete in piazza». Lo ha scritto lui stesso in un tweet dopo che i magistrati hanno deciso che resterà in carcere fino al 15 febbraio. La giustizia russa gli ha infatti comminato 30 giorni di carcere provvisoria dopo un’udienza, svoltasi in tutta fretta, nel commissariato alle porte di Mosca dove si trova da quando è stato arrestato, subito dopo aver rimesso piedi in Russia, dopo oltre cinque mesi trascorsi in Germania in conavalescenza a seguito di un tentativo di avvelenamento con l’agente nervino Novichok. È il primo capitolo, in qualche modo già scritto, che ha seguito il clamoroso rientro del popolare blogger in Russia. Durante l’udienza di convalida del fermo, Navalny non ha mostrato segni di cedimento: ha bollato il procedimento come «illegale» e lo ha definito un segnale di quanto sia «spaventato» il presidente Vladimir Putin, del quale è tra i critici più accesi e che ha apertamente accusato di aver tentato di avvelenarlo. «Ho visto molte parodie di giustizia ma questa è l’illegalità più totale», ha detto l’oppositore in aula, visibilmente irritato. «Il nonno nel suo bunker è così spaventato che faremo a pezzi e getteremo il codice di procedura penale nella spazzatura», ha aggiunto Navalny, riferendosi a Putin e all’irrituale convocazione del giudice nel commissariato in luogo di un suo trasferimento presso una corte. I giudici si sono riuniti infatti presso la stazione di polizia di Khimki, alle porte di Mosca, dove Navalny era stato trasferito subito dopo il suo fermo. L’oppositore è stato arrestato ieri all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, mentre era di ritorno dalla Germania, dove prima è stato a lungo curato e poi ha fatto la convalescenza, a seguito a un avvelenamento da agente nervino avvenuto lo scorso 20 agosto. Adesso Navalny chiede ai russi di scendere in piazza, ma intanto il modo occidentale chiede il suo rilascio immediato. Dall’Onu alla Nato, dall’Ue ai vari governi europei, tutti esprimono sconcerto e reclamano che sia rimesso in libertà. L’Unione europea ha lasciato intendere il possibile inasprimento delle sanzioni. In Russia, oltre ai giudici, ha parlato il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov: la reazione dell’Occidente e «l’allegria» con cui è stata ricevuta la notizia dell’arresto, si è limitato ad osservare, permette ai leader politici occidentali di «distogliere l’attenzione dalla profondissima crisi in cui si trova il modello liberale di sviluppo».