La verità sulla tragedia del Lago Maggiore arriva a distanza di mesi. Gli 007 italiani morti, Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi (nel riquadro della foto di copertina) erano in missione. La circostanza emerge dalla celebrazione della Giornata in memoria dei Caduti istituita nel 2017 come già ci è stato ricordato quest'anno ha un significato più intenso per via di quanto accaduto il 28 maggio di un anno fa sul Lago Maggiore. «Quel tragico incidente che ha privato la comunità intelligence italiana di due appartenenti Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi. Ai loro familiari, il marito e il figlio di Tiziana, Fabio e Riccardo, e alla moglie e ai figli di Claudio, Serenella, Paola, Felice e Monica, confermo profonda vicinanza. E la estendo ai colleghi delle vittime e in particolare a quelli che li hanno conosciuti più da vicino» ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano nella cerimonia in occasione della Giornata della memoria dei caduti dell'Intelligence italiana.

«La cerimonia di questa mattina ricorda che la scomparsa di Tiziana e di Claudio costituisce purtroppo come è scolpito nella pietra l'anello di una lunga catena di vite spezzate nell'adempimento dei compiti istituzionali - ha continuato - La vita di Vincenzi Li Causi ucciso in Somalia nel 1993 mentre scortava un camion civile che trasportava cittadini somali; quella di Nicola Calipari colpito a morte in Iraq nel 2005 quando metteva in salvo la giornalista Giuliana Sgrena; quella di Lorenzo D'Auria 2007 Afghanistan impegnato a garantire la sicurezza del contingente nazionale operante nella regione; Pietro Antonio Colazzo Kabul 2010 stroncato da un attacco suicida dopo essere riuscito a salvare altri».

«Ringrazio i loro familiari per aver accettato l'invito a prendere parte a questa cerimonia. Ricordare i nomi, i volti, le storie dei caduti è occasione per tornare a interrogarsi sul perché oggi servire con generosità la nazione e sul perché farlo in un settore dello Stato che quando non arriva a chiedere la vita, tuttavia impone sacrifici ai suoi appartenenti e alle loro famiglie, già solo per tutelare la riservatezza del lavoro - aggiunge - E se l'incidente del Lago Maggiore rappresenta per me l'incidente più triste dei circa 18 mesi finora vissuti con l'incarico di autorità delegata, conservo altre significative istantanee di questa esperienza».

«È ancora nitida - prosegue Mantovano - l'immagine della liberazione di Alessia Piperno alla fine del 2022 come quella un mese fa di Rocco Langone, Maria Donata Caivano e del loro figlio Giovanni, sequestrati in Mali che attendevano di abbracciare i loro cari da quasi due anni. Ricordo la preoccupazione, condivisa con il ministro Tajani, per le sorti degli italiani sorpresi lo scorso anno dallo scoppio del conflitto interno in Sudan e dal golpe in Niger. Sono stati tutti messi in sicurezza grazie anche al delicatissimo lavoro della nostra intelligence».

«E non priva di rischi è stata l'operazione che nell'aprile dello scorso anno ha consentito di portare in Italia dal Pakistan i familiari di Saqib Ayoub, il fidanzato di Saman Abbas, la ragazza di origine pakistana uccisa a Novellara per aver rifiutato un matrimonio combinato», aggiunge. «Sono tutte attività che creano apprensione in chi da Roma ne segue l'evoluzione, espongono in prima battuta e grave rischio chi si trova a realizzarle - sottolinea - Ricordo ancora gli sforzi condotti dai nostri Servizi al di fuori dell'ambito stretto della sicurezza a cominciare dal terreno umanitario. Penso alla generosità degli aiuti forniti dalla nostra Intelligence ai soccorsi locali all'indomani del crollo delle dighe a Derna nel settembre scorso il cui il collasso ha causato migliaia di vittime. Oppure alla speranza donata alle famiglie di 58 bambini feriti a Gaza trasportati in Italia insieme a 98 accompagnatori, alcuni dei quali a loro volta feriti, per ricevere le cure più adeguate nelle strutture ospedaliere».

«Che dunque si tratti di esporre la propria incolumità nei teatri operativi più rischiosi, oppure di contribuire alla sicurezza con lo studio, l'approfondimento, la serietà nello svolgimento dei compiti amministrativi, la qualità del lavoro dimostra che è ancora intatta la spinta ideale che ha animato la generosità di Vincenzo, di Nicola, di Lorenzo, di Pietro Antonio, di Tiziana e di Claudio - conclude - Il loro fuoco è vivo in chi anche nel loro nome continua a donare con entusiasmo ogni giorno le migliori energie per la stabilità e la prosperità dell'Italia. Non lenisce il dolore per la scomparsa dei nostri caduti, ma rappresenta il modo più autentico per custodirne la memoria e per onorarne il sacrificio. Ed è un segno di speranza prezioso in un tornante della storia che ci pone sfide sempre più impegnative».