Il dato reso noto dall’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica è drammatico: secondo una loro indagine interna solo lo 0,4% degli italiani ha depositato le DAT, Dichiarazioni Anticipate di Trattamento. 0,4 per cento significa soltanto 185.500 italiani.

Questo numero è conoscibile grazie a un accesso agli atti generalizzato con cui l'Associazione Luca Coscioni ha avviato nei mesi scorsi un’indagine, condotta da Matteo Mainardi e Alessandro De Luca, in collaborazione con le Cellule Coscioni di tutta Italia, per richiedere a 6500 comuni quante DAT sono state ricevute dall’entrata in vigore della legge sul biotestamento (il 31 gennaio 2018) a oggi e quante di queste sono state trasferite alla Banca dati nazionale. La regione in cui sono state compilate maggiori Dat è la Lombardia (36476), l’ultima in classifica è la Valle d’Aosta (521).

Secondo l’Associazione Coscioni la percentuale è così esigua a causa di un vuoto determinato innanzitutto dalla mancanza di conoscenza dello strumento entrato in vigore esattamente cinque anni fa, con la legge 219/2017. Secondo un sondaggio di Swg del 2019 il testamento biologico è conosciuto dall’83 per cento degli intervistati, ma il 71 per cento ignora le procedure per il rilascio delle Disposizioni anticipate di trattamento. Per l’84 per cento la causa di questa difficoltà è da legare alla scarsa informazione da parte delle istituzioni.

Da parte del Ministero della Salute infatti non è mai stata condotta alcuna campagna informativa a beneficio delle persone, come invece dovrebbe avvenire e indicato nella legge stessa ( “Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero della salute, le regioni e le aziende sanitarie provvedono a informare della possibilità di redigere le DAT in base alla presente legge, anche attraverso i rispettivi siti internet”) denunciano Filomena Gallo e Marco Cappato.

Non esistono nemmeno dati ufficiali, in quanto il ministero della Salute non ha mai presentato una Relazione annuale al Parlamento. Il Segretario e Tesoriere dell’Associazione annunciano: “Abbiamo chiesto ufficialmente un incontro anche all’attuale Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per parlare di questo e altri temi cruciali legati alle libertà fondamentali e al diritto alla salute”, hanno scritto in un comunicato. Ma cosa prevede la legge? Proviamo a fare un po’ di informazione. La legge 219/2017 “... nel rispetto dei princìpi di cui agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e degli articoli 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”.

Con le DAT puoi quindi, spiega bene la Coscioni, esprimere oggi le tue scelte fornendo indicazioni sui trattamenti sanitari con cui potrai essere – o non essere – sottoposto. Indicazioni importanti nel caso eventuale e futuro in cui non fossi in grado di esprimere – attraverso il diritto al consenso informato – le tue scelte. Se sei maggiorenne e capace di intendere e volere puoi quindi redigere il tuo biotestamento. Con il biotestamento non si possono esigere trattamenti sanitari contrari alle leggi. Come fare? Si può scrivere di proprio pugno, scaricare il modulo dal sito dell’associazione o, se le condizioni fisiche non ti permettono di usare le precedenti forme, puoi esprimere le tue volontà e “fare biotestamento” attraverso una videoregistrazione e/o con dispositivi tecnologici che consentono alle persone con disabilità di comunicare. Si può anche nominare un fiduciario che faccia le tue veci e ti rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie.

Facciamo qualche esempio sulle scelte che si possono compiere. “Qualora fossi in una condizione di malattia giudicata irreversibile associata a grave disturbo cognitivo tale da compromettere le mie capacità di coscienza o giudizio o di comprensibile espressione, dispongo che: in caso di arresto cardio-respiratorio si pratichi la rianimazione cardiopolmonare SI – NO; si pratichino forme di respirazione meccanica SI – NO; si pratichi idratazione artificiale SI – NO; si pratichi nutrizione artificiale SI – NO; si pratichi dialisi SI – NO; si pratichino interventi di chirurgia d’urgenza SI – NO; si pratichino trasfusioni di sangue SI – NO; si somministrino terapie antibiotiche SI – NO”.

Si può anche scegliere, tra l’altro, se donare in caso di morte il proprio corpo alla scienza o donare gli organi. Dopo aver compilato il tuo biotestamento si hanno a disposizione due opzioni: consegnare personalmente il tuo testamento biologico presso l’ufficio di stato civile del tuo Comune di residenza. L’ufficiale di stato civile, verificate la tua identità e residenza, provvederà a registrare un ordinato elenco cronologico delle disposizioni presentate; trasformare il tuo testamento biologico in “atto pubblico”, rivolgendoti a un notaio.